• +39 0521 380500
  • Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Mappa con orari Messe

Profili di preti: don Igino Marchi

Profili di preti è una sezione dedicata alla memoria grata di presbiteri defunti, sezione costruita sui testi scritti da don Domenico Magri in alcuni libri.

DON IGINO MARCHI
22 maggio 1920 –  24 gennaio 2006

DonIginoMarchi

Don Gino: il nostro professore! Un prete che ha fatto onore alla Diocesi: è uno degli ultimi “grandi vecchi” che hanno illuminato il nostro Presbiterio. Intelligente, umanamente ricco e coltissimo: sapeva presentarsi sempre con sottile ed elegante ironia e arguzia. Tanti pensieri buoni di nostalgia ci suscita il nome di questo sacerdote che ha arricchito la vita del Presbiterio e della cultura parmense.

- nato a Collecchio il 22 maggio 1920
- deceduto a Villa S. Ilario il 24 gennaio 2006
- ordinato sacerdote a Parma il 19 marzo 1943 dal vescovo mons. Colli.
- collaboratore pastorale della Parrocchia di S. Uldarico
- laureato in Filosofia e Lettere
- Insegnante nel Seminario Minore dal 1943
- assistente Gioventù Studentesca Femminile dal 1947 al 1948
- insegnante di Religione nel Convitto Nazionale Maria Luigia dal 1952

Per me è ancora di più: è l’indimenticabile “decano” della “classe preparatoria” (V elementare), quando, nel 1941, bambino di 10 anni, sono entrato in Seminario assieme a 25 coetanei. Lui, giovane studente di teologia, ci ha accolto e trattato con una sensibilità quasi materna: ne avevamo bisogno!
Gino Marchi, il teologo del Maggiore, era il nostro decano.

È stato membro e anche presidente del “Consorzio dei Vivi e dei Morti” della Cattedrale, curandone una memoria storica accurata e preziosa. (Gino Marchi, Venerando Consorzio dei Vivi e dei Morti eretto nella Basilica Cattedrale di Parma, Battei, Parma, 1993, pp.138.)

È stato collaboratore pastorale per oltre 60 anni nella parrocchia di S. Uldarico, con discrezione e saggezza pastorale, prima con il compianto don Alberto Baroni e poi con don Sergio Aldigeri.
Pur essendo coltissimo, forse appunto per questo, sapeva parlare in maniera facile e amabile da buon conversatore, catturando in questo modo l’attenzione degli ascoltatori: basta pensare alle sue omelie, così incredibilmente semplici.

Ha dato al Seminario, dove è vissuto praticamente per quasi tutta la vita, le sue energie migliori. A Villa S. Ilario aveva sempre in mente il Seminario che chiamava “casa mia”. Chiedeva spesso di tornare a casa!
Don Igino merita una particolare riconoscenza da parte del Seminario e della Diocesi, senza che se ne perda troppo presto la memoria: è sperabile che non cada anche lui nell’oblio, come avviene talvolta fra noi umani.
Ha educato intere generazioni giovanili con la sua cultura straordinaria, trasmessa in modo efficace e professionale, ma sempre e comunque da prete.Da persona intelligente, umanamente ricca e colta quale era, sapeva esprimersi con sottile ed elegante ironia e arguzia. Spesso a scuola e nelle conversazioni con gli amici, lasciava di stucco gli interlocutori con le sue battute, anche in dialetto: era infatti uno studioso appassionato del dialetto e lo sapeva parlare da par suo.

Non ha mai “suonato la tromba” per attirare l’attenzione su di sé, ma questo non ha impedito a tanti di accorgersi della sua personalità e di rimanerne affascinati.
Don Marchi è stato un prete che ha fatto onore alla Diocesi: è uno degli ultimi “grandi vecchi” che hanno illuminato il nostro Presbiterio e anche l’ambiente intellettuale dei contemporanei con la loro cultura.

A Villa S. Ilario, rifugio caldo di amore e di accoglienza per i sacerdoti anziani e ammalati, ha ricevuto tanto affetto dai confratelli e da tutto il personale. Era mite e affabile con tutti: faceva veramente tenerezza. Ci ha dato tanto!
Io l’ho sempre accostato quasi con venerazione, come discepolo suo nella scuola e nella vita. E l’ho seguito con la mia presenza affettuosa e con la preghiera al suo capezzale fino al saluto finale, nell’ultimo momento della sua vita terrena, con le parole del rituale, piene di speranza e di fiducia. Un saluto che dona conforto anche al sacerdote che lo pronuncia per il suo confratello morente:

Parti, anima cristiana, da questo mondo… perché tu possa tornare al tuo Creatore. Quando lascerai questa vita, ti venga incontro la Vergine Maria con gli angeli e i santi. Mite e festoso ti appaia il volto di Cristo e possa tu contemplarlo per tutti i secoli in eterno. Amen”.

Da: ”I miei preti.... i nostri preti”- Grafica Langhiranese 2008

(da ”I miei preti.... i nostri preti”  don Domenico Magri  Grafica Langhiranese 2008)