Diocesi di Parma

Profili di preti: don Severino Petazzini

Profili di preti è una sezione dedicata alla memoria grata di presbiteri defunti, sezione costruita sui testi scritti da don Domenico Magri in alcuni libri e fino al settembre 2018, poi, come in questa pagina, da don Stefano Rosati.

Sabato Santo
«La sala è allestita, la mensa apparecchiata, l’eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti.
In altre parole, è preparato per te dai secoli eterni il Regno dei cieli»
(da un’antica Omelia sul Sabato Santo)

Questa notte, all’alba del Sabato Santo, nel giorno del suo 89esimo compleanno, il Signore ha chiamato a partecipare alla Sua Pasqua


DON SEVERINO PETAZZINI
(11 aprile 1931 - 11 aprile 2020)
già parroco di Gaione e Incaricato dell’Ordo Virginum

DonSeverinoPetazziniNato a Parma l’11.04.1931, fu ordinato presbitero il 20.06.1954 dal vescovo Evasio Colli, insieme ad altri 11 compagni, la classe più numerosa del dopoguerra.
Dopo essere stato per 6 anni a Berceto vicario cooperatore alla scuola del prevosto Grisenti, nel 1960 diventa parroco di Eia, nonché assistente diocesano dei Fanciulli Cattolici, assistente delle scolte dell’AGI e insegnante di religione alle medie in due istituti cittadini e in Seminario Minore.
Ma è quando viene nominato primo parroco della parrocchia cittadina di S. Giovanni Battista che entra nella schiera dei “parroci-fondatori” della nostra diocesi, i quali nella “stagione delle nuove Chiese” (voluta dal vicario generale, mons. Franco Grisenti, già suo parroco a Berceto) sono chiamati a costruire gli edifici, ma soprattutto comunità di persone. Qui per quasi trenta anni (1968-1997) dona senza risparmio le risorse migliori del suo “cuore sacerdotale”: se da una parte la storia della parrocchia ricorda il garage, la baracca e poi questa Chiesa, che resta ancora unica nel suo stile, dall’altra sono le persone (fino ad oggi: anche stamattina a fianco del suo letto c’era uno dei suoi “ragazzi” di SGB) e la comunità intera a portare indelebile il segno della sua fede “fanciulla” e della sua “empatica” carica umana, accanto ad una riconoscenza anche oggi immutata.
Nel 1998 è pronto per un’altra “avventura d’amore” pastorale (sono parole sue!), quando il vescovo Cesare Bonicelli lo nomina parroco di Gaione. Qui davvero don Severino ha amato tutti e si è fatto amare ed è stato il padre di tutti, “spirituale, certo, ma anche di famiglia” – diceva un suo parrocchiano, Claudio Bigliardi, anche lui morto il 23 marzo scorso). Vi resterà fino al 2016, quando la malferma salute lo costringerà al ritiro a Villa Paganini, amorevolmente assistito dalle sorelle dell’Istituto S. Giovanni Battista (ancora una volta! Non sarà stato certo un caso…), cui va tutta la riconoscenza del vescovo e dei confratelli. Come riconoscenti gli sono le vergini diocesane che per quasi venti anni (2000-19) l’hanno avuto come incaricato dell’Ordo, ma soprattutto come padre affettuoso.
A Gaione nell’Anno Sacerdotale 2009 don Severino aveva inaugurato la ristrutturazione della torre campanaria ed in quell’occasione, a commemorare un suo giubileo sacerdotale, era stata donata dai parrocchiani una nuova campana, che riporta su di un lato l’effigie del Santo Curato d’Ars, accompagnata dalla scritta “Severo con sé e dolce con gli altri”. Non potrebbe darsi miglior ritratto del nostro! Severo di nome (forse anche un po’ meno… Severino) e soprattutto dolce con tutti!

Anche stasera, nella grande Veglia pasquale e domani nella Messa di Pasqua ed ogni domenica, Pasqua della settimana, ogni volta che suonerà a distesa il quartetto delle campane di Gaione ad annunciare la Risurrezione del Signore, sentiremo anche la sua fragorosa risata (inconfondibile!) fattosi squillo, anzi concerto, di gioia e di festa! La gioia del Vangelo dell’amore che don Severino ha vissuto, testimoniato ed evangelizzato a tutti lungo gli oltre 65 anni di ministero.

Grazie, don Severino, il tuo dies natalis terreno sia il dies natalis eterno!

don Stefano Maria

Parma, 11 aprile 2020


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