Diocesi di Parma

"La mia famiglia è un grande dono"

Diamo voce al Messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2017 con alcune testimonianze della nostra Comunità diocesana che, quotidianamente, vivono la dinamica del Dono attraverso l'incontro che mette al centro la Parola di Dio e la Persona.

Testimonianza1 2017Incontriamo Antonio in un locale della città dove abitualmente ci si ritrova per condividere un happy hour. L’atmosfera è piacevole, brulicante di tanta beata gioventù fresca e frizzante come l’aria di primavera. Antonio ci accoglie molto spontaneamente, col suo sorriso “caldo” e la sua allegria “acqua e sapone”. Nato a Parma 36 anni fa, dopo la laurea in giurisprudenza esercita la professione di avvocato finchè sceglie di “mettersi in gioco” in alcune esperienze vocazionali, prima con i Gesuiti poi con i Benedettini.

Dopo qualche chiacchiera in amicizia gli chiediamo: Cosa ti colpisce di più del Messaggio del Papa sulla Quaresima?  "L’incoraggiamento a prenderci cura del nostro prossimo. In questo “prenderci cura” c’è un passaggio fondamentale: richiede attenzione, la fatica di togliere a sé per poter dare all’altro. Questo “prezzo” che “si paga”, nel tempo, dona pienezza! Davanti a Dio ciascuno di noi “ha un nome” solo se mettiamo in pratica la cura concreta verso l’Altro. Altrimenti siamo dei “senza nomi”, come il “ricco” a cui il Papa fa riferimento." 

Il Papa scrive che “la radice dei nostri mali è il non prestare ascolto alla Parola di Dio”: cosa ne pensi? "La “Lettera ai Romani” ci può illuminare, laddove dice che “la fede viene dall’ascolto”.Presupposto indispensabile di ogni rapporto interpersonale vero e profondo è il mettersi in ascolto della persona che si ha davanti. Allo stesso modo avviene nella relazione con Dio, in cui occorre ascoltare, “masticare” la Parola che, “gustata”, diventa preghiera. La preghiera, a sua volta, diventa feconda se “sfocia” in uno stile di vita. Tutto nasce dalla nostra capacità di saper prestare attenzione a quello che il Signore ci vuole dire: la Parola ha bisogno di essere incarnata e Dio ci parla, attraverso lo Spirito Santo, con fatti e persone concreti. Altrimenti è un costruirsi un immagine di Dio “autoreferenziale”: diventa Sua Volontà solo quello che fa più comodo al nostro reverendissimo “io”.

Quali persone sono dono per te? "Il dono è un qualcosa che ha bisogno di essere interiorizzato con l’aiuto della preghiera. Personalmente, vivo con la convinzione che qualunque relazione sociale sia “permeata” della qualità dei rapporti vissuti nella famiglia da cui ciascuno proviene: è inconcepibile amare una persona “lontana” se prima non si è capaci di amare chi il Signore ci ha messo accanto nel contesto familiare. E la mia famiglia è per me un grande dono. Altro grande dono sono le persone indigenti:durante la settimana presto Servizio di volontariato alla Mensa del Povero di Padre Lino. Mi arricchisce molto coltivare il dialogo con i poveri che la frequentano:suscita in me un sentimento e un’emozione di grande meraviglia. Alcune di queste persone le incontro anche lungo i crocicchi di via Repubblica: ci salutiamo, scambiamo qualche battuta, talvolta ci intratteniamo a prendere un caffè insieme, con molta semplicità e spontaneità mi regalano qualche confidenza personale….è il dono di relazioni cariche di umanità, non finte ma autentiche! Un’umanità e un’autenticità che mi aiutano a non giudicare, a guardare gli altri con gli occhi di Dio. La consapevolezza dei propri limiti, nella reciprocità, è la password che aiuta ad entrare nel file della relazione con l’altro. L’atteggiamento del fariseo invece è un virus che “blocca il file” ed “attiva il sistema di protezione” che ostacola la relazione."

Qual è la Parola che, nella tua vita, è stata ed è dono per te?...attraverso cui nei momenti di difficoltà incontri Cristo vivo? "Penso al dialogo di Gesù con la samaritana (Giovanni, 4):“ho sete!” esprime un desiderio che ha bisogno di essere continuamente soddisfatto.

Ci salutiamo ringraziando Antonio per il dono di questa sua preziosa testimonianza, intessuta dal “filo d’oro” di una Presenza altrettanto preziosa ma discreta e “silenziosa” che sembra “dire” a lui e a ciascuno di noi:“ se scoprirai qualcosa non è perché ti parlo ma perché guardandoti negli occhi posso capire che nel tuo cuore c’è qualcosa di diverso…di “grande”.

Lucia Alfano
(Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali)

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