Diocesi di Parma

Profili di preti: don Adelmo Monica

Profili di preti è una sezione dedicata alla memoria grata di presbiteri defunti, sezione costruita sui testi scritti da don Domenico Magri in alcuni libri.

DON ADELMO MONICA
26 marzo 1924 -  22 maggio 2015

Come prete ha fatto “scintille” nella sua esperienza pastorale a San Secondo, a Torrile, alla Famiglia di Nazareth, di cui ha fondato la Chiesa e la comunità. Il coraggio non gli è mai mancato, aiutato dal suo entusiasmo e dalla vivacità del suo temperamento.Don Adelmo Monica

Nato a S. Pancrazio il 23 marzo 1924
Ordinato presbitero il 22 giugno 1947
Coadiutore a S. Secondo nel 1947
Parroco a Torrile nel 1959
Parroco a Famiglia di Nazareth dal 1973 al 2011
Deceduto il 22 maggio 2015


Don Adelmo Monica era nato il 26 marzo 1924 da una famiglia di agricoltori di Mattaleto. Una famiglia ricca di fede: don Adelmo è diventato sacerdote, la sorella Enza, venuta a mancare anni fa, era Maestra Luigina, mentre la sorella Maddalena, ospite attualmente in Villa S.Bernardo, ha seguito sempre in Parrocchia don Adelmo, dedicando 50 anni della sua vita per lui.
Quando era ancora studente di teologia, ed era a casa in famiglia a Mattaleto, è stato preso nel rastrellamento tedesco della Val Parma, il 1 luglio 1944, assieme all’altro studente, il compianto don Antonio Bianchi e ad altri seminaristi e giovani sacerdoti del tizzanese. La stessa cosa i tedeschi avevano fatto la sera prima in Val Baganza portando via anche i parroci di Calestano, don Umberto Miani, e di Fragno, don Innocenzo Boschi.
Trasportati brutalmente insieme con tutti gli altri a Bibbiano (RE), i sacerdoti e i seminaristi hanno evitato la deportazione in Germania per interessamento del vescovo Colli, che è riuscito a farli rilasciare. Sono tornati a Parma, ovviamente a piedi, da Bibbiano.

Don Adelmo è stato ordinato sacerdote il 22 giugno 1947 e inviato subito a San Secondo come cappellano dove è rimasto per 12 anni, fino al 1959.
Aveva la parola facile e non solo: certamente a San Secondo con il suo entusiasmo giovanile ha avuto modo di esprimere il meglio di se stesso. Quando in Seminario Maggiore veniva a trovarci e in cortile ci parlava delle sue esperienze pastorali di cappellano, si formava subito un crocchio di seminaristi attorno a lui. Il suo modo di raccontare mi affascinava sempre. Anche questo era un modo efficace per ricevere formazione al sacerdozio.

Da cappellano di San Secondo è stato mandato parroco a Torrile dove è rimasto fino al 1973.

E così nel 1973 per don Adelmo è arrivato il momento della grande avventura pastorale come parroco della parrocchia Famiglia di Nazareth, appena eretta per l’occasione.
Si fa presto a dire “parrocchia nuova e Chiesa nuova”, ma a quale prezzo in tutti i sensi?! È interessante conoscere le fatiche pionieristiche di questo prete, uno dei fondatori di Chiese nella nostra periferia cittadina. Chiese che sono diventate provvidenziali segni e centri irradiatori di fede, di carità e di aggregazione umana.
Quando è arrivato nel quartiere come nuovo parroco non c’era niente di costruito. Si è messo in affitto con la sorella Maddalena in un appartamento in Via Montanara, dove è rimasto per dodici anni fino a quando dopo la Chiesa è stata costruita finalmente anche la nuova Canonica.
Come parroco della Famiglia di Nazareth, a motivo della contiguità con la Casa di Cura e poi anche con Villa Chieppi, c’è stata una lunga e fruttuosa collaborazione fra lui e le Suore Piccole Figlie.
Ha fondato in Parrocchia un attivissimo gruppo Scouts, ai quali si è dedicato con tanta passione. E gli Scouts non dimenticano!
È stato pure assistente del gruppo “Amici Insieme”, formato da ragazzi disabili con le loro famiglie. Un gruppo che con le varie iniziative ha potuto vivere momenti sereni e gioiosi.
Nel 1997 ha festeggiato il 50° di Messa e mi ricordo la bella festa che gli è stata tributata a Mattaleto, dove era maturata la sua vocazione al sacerdozio sotto la guida e l’ispirazione dell’indimenticabile parroco mons.Giuseppe Corchia.

A un certo punto, nel 2011, l’età e le condizioni di salute non gli hanno più consentito di continuare a fare il parroco ed ultimamente è stato ospitato a Villa S.Ilario, rifugio caldo e protettivo per i sacerdoti anziani.
A Villa S.Ilario è stato accudito dagli Operatori e dalle Suore con un amore e con una delicata attenzione veramente straordinari: grazie di cuore a tutti.
Don Adelmo, a motivo della sua malattia, non si è accorto della recente alluvione del Baganza che ha danneggiato seriamente la sua Chiesa, che lui ha amato come si ama una propria creatura: gli è stata risparmiata almeno questa sofferenza.
Purtroppo a Villa S. Ilario non riusciva più a riconoscerci. Noi però sapevamo bene chi era lui e quante cose buone il suo volto ci poteva suggerire. È proprio il caso di dire che bastava “guardare il suo sguardo”: faceva tanta tenerezza!

Addio e grazie di tutto, carissimo don Adelmo! Che i tuoi occhi e la tua mente si riempiano finalmente di tanta luce: la luce del tuo Dio, che hai amato e servito per tutta la vita.
Don Domenico Magri
23 maggio 2015

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