Diocesi di Parma

Profili di preti: don Camillo Giori

Profili di preti è una sezione dedicata alla memoria grata di presbiteri defunti, sezione costruita sui testi scritti da don Domenico Magri in alcuni libri.

DonCamilloGioriDON CAMILLO GIORI
23 febbraio 1922 - 16 agosto 2011

Don Camillo è stato per la nostra Diocesi un dono meraviglioso con il suo esempio di prete insegnante all’Università e un dono con il suo sacerdozio che ha vissuto nella disponibilità totale alle richieste del Vescovo. Una volta andato in pensione come insegnante ha “inventato” la missione di parroco prima a Felegara e poi a Ramiola. Ha trascorso gli ultimi giorni della sua vita a Villa Sant’Ilario, stimato e amato da tutti.

Dire don Camillo Giori significa dire alcune cose importanti che lui ci ha lasciato in eredità e che non vanno disperse. Intanto bisogna premettere che don Camillo è stato un grande dono della Diocesi di Milano alla nostra Diocesi di Parma, dal momento che si è stabilito a Parma per insegnare fisica all'università, e con onore, per la sua professionalità e competenza scientifica riconosciuta da tutti.

Già, ha fatto l'insegnante universitario. E che c'entra con la missione sacerdotale? Domanda impropria. Un prete è sempre prete anche quando non dice Messa, perché la Messa del prete non si riduce alla mezz'ora della celebrazione, ma continua nella misura in cui c'è la capacità di celebrarla anche "fuori orario", fuori dalla rubriche liturgiche e in ogni situazione, cioè sempre. E così è stato per don Camillo.

Ma noi tutti sappiamo che lui ha fatto il prete nel senso stretto del termine: questo sacerdote ambrosiano è venuto qui da noi con una straordinaria potenzialità pastorale. E così si è subito prestato a soddisfare tante richieste in questo senso. In particolare per tanti anni ha fatto praticamente da cappellano a don Sergio Sacchi nella parrocchia di S. Maria del Rosario.
E una volta in pensione come insegnante, nonostante l'età avanzata e con l'entusiasmo di un giovanotto, ha trascorso alcuni anni a reggere la parrocchia di Felegara e poi è stato parroco per dieci anni a Ramiola, dove è stato amato e quasi venerato per le sue doti di fede, di saggezza pastorale e di umanità.

Io personalmente ho avuto la conferma delle sue doti nell'ultimo anno della sua vita trascorso a Villa Sant’Ilario, rifugio caldo e protettivo dei sacerdoti anziani e ammalati: ha dimostrato di essere un gran signore nello spirito e di avere una grande fede, che si intravedeva anche nel suo modo di pregare. A mensa io lo avevo proprio davanti a me: aveva il sorriso facile, un sorriso che illuminava il suo volto e che regalava spesso a tutti, nonostante le nebbie che ormai avevano invaso la sua mente, una volta così lucida.

Voglio ricordare infine un episodio che risale al suo primo periodo di parroco a Ramiola. Il vescovo mons. Bonicelli mi aveva chiesto di fargli visita in parrocchia, dove era seguito con ammirevole attenzione dalla cugina Maria. Quel giorno, al mio apparire in canonica mi ha gettato le braccia al collo, piangendo di gioia e di riconoscenza per questo piccolo gesto di amicizia, ispirato dal Vescovo. Qui c'è tutta la sensibilità e la dolcezza di questo grande prete e grande uomo, che ha rallegrato la vita di tanti di noi. A lui diciamo una sola parola: grazie!

(tratto da “Vescovi, preti, suore, amici”, di don Domenico Magri - Grafica Likecube - 2012)

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