Profili di preti: don Cesare Bizzarri

Profili di preti è una sezione dedicata alla memoria grata di presbiteri defunti, sezione costruita sui testi scritti da don Domenico Magri in alcuni libri.

DON CESARE BIZZARRI
7 ottobre 1881 – 5 ottobre 1966

DonCesareBizzarri

È stato un prete da colpo di scena! È stato mandato al confino nel 1935 in un paese sperduto della Calabria, perché aveva disapprovato nell'omelia domenicale la guerra d’Etiopia, caso forse più unico che raro allora in Italia! Questo serve a dare l’idea di chi era il prete Bizzarri.


- nato a Mezzano Rondani il 7 ottobre 1881
- ordinato sacerdote il 29 giugno 1906
- coadiutore a Sissa nel 1907
- parroco a Calestano nel 1917
- parroco a Vigheffio nel 1935
- parroco di Valera nel 1942
- deceduto il 5 ottobre 1966


Premessa: queste informazioni su don Bizzarri sono tratte da una mia risposta inviata all’amico don Corrado Vitali, allora missionario in Brasile, che me ne aveva chiesto notizie. Nella lettera a don Corrado sono andato a memoria in base a quello che avevo sentito crescendo in famiglia e in paese a Calestano. Sono quindi possibili imprecisioni storiche nei dettagli.

Per quanto riguarda don Cesare Bizzarri, io scrivo quello che avevo sempre sentito in casa e nel mio paese di Calestano. Don Bizzarri mi aveva battezzato nel 1931, ma nel 1935 non era più parroco di Calestano. L'ho avvicinato qualche volta più avanti con molto affetto (la mia famiglia gli era molto legata), quando sono diventato prete.
Per saperne di più e fartene parte, ho chiesto allora notizie a don James Schianchi, che è stato suo parrocchiano a Vigheffio e ha avuto modo di ascoltare spesso i racconti di don Cesare. E poi ho consultato il suo curriculum in Curia. Ecco:
Don Bizzarri era nato a Mezzano Rondani nel 1881 ed era stato ordinato sacerdote nel 1906 per essere mandato come coadiutore, fino al 1907, a Sissa. Dal 1907 è stato delegato vescovile a Neviano Arduini fino al 1915, quando è diventato parroco di Calestano, dove è rimasto fino al 1935, anno della guerra d'Etiopia, che ha dato una svolta drammatica alla sua vita.
Infatti quando è stata dichiarata la guerra d'Etiopia, don Bizzarri ha avuto il coraggio, alla Messa della domenica, di criticare non il fascismo direttamente, ma la guerra contro l'Etiopia: cosa inaudita in quel periodo di regime dittatoriale fascista, accettato con entusiasmo da quasi tutti gli italiani!
Alcuni esponenti del fascismo calestanese, già irritati perché la parrocchia fra i giovani del paese faceva più presa che il partito, lo hanno denunciato. Dopo pochi giorni i carabinieri lo hanno arrestato e portato in carcere a Parma, dove ha subito un processo con la condanna al confino in uno sperduto paese nelle montagne della Calabria. Don Bizzarri ricordava spesso la sua vita grama e le tante confessioni nella chiesa del paese, perché, da bravo prete, si era messo a disposizione del parroco.

Don James non ricorda bene la durata del confino cui era stato condannato don Bizzarri nel processo a suo carico Ma dopo sei mesi, ben prima di scontare tutto il periodo di condanna, il confino gli era stato condonato, perché aveva scritto direttamente a Mussolini, chiedendo e ottenendo la grazia.
Questo invece non me l'ha detto don James: pare che i gerarchi calestanesi, turbati per una vicenda che era andata al di là delle loro intenzioni e impressionati per la reazione negativa dei compaesani contro di loro, abbiano scritto una lettera di scuse a don Bizzarri e pare che don Bizzarri, per fare colpo su Mussolini, abbia allegato questa lettera alla domanda di grazia.

Il ritorno anticipato di don Bizzari dal confino ha creato un imprevisto che lo ha fatto soffrire non poco. Lui pensava di rientrare a fare di nuovo il parroco a Calestano, nel paese dove era tanto amato e dove era stato visto partire in manette fra i carabinieri. Forse sognava una seconda festa di ingresso a Calestano!
Invece il Vescovo mons. Colli, pensando a un lungo periodo di assenza di don Bizzarri, aveva già provveduto nel frattempo a nominare il nuovo parroco di Calestano nella persona di don Umberto Miani.
A questo punto don Bizzarri non ha potuto fare altro che accettare la parrocchia di Vigheffio. Dopo il periodo di Vigheffio, dove è rimasto fino al 1942, è andato parroco a Valera, dove è morto il 5 ottobre 1966.

Ripeto che io non ho notizie dirette sulla sua vita di parroco a Calestano perché è andato via quando io avevo 4 anni.
Ho però fatto esperienza a posteriori della sua attività. Ad esempio era appassionato di musica e aveva insegnato le Messe del Perosi e la "mitica" (allora!) Messa del Mattioli. I cantori hanno continuato a eseguirle ancora per anni, fino a quando il coro si è estinto per mancanza di... ricambio generazionale.
Io ovviamente non ero presente, ma ricordo ancora una rima degli stornelli che i calestanesi componevano e cantavano ogni anno nel salone dell'antico palazzo chiamato la Corte, facendo umorismo e ironia benevola sui personaggi del paese.

Don Bizzarri era stato fra i primi sacerdoti a usare la moto ed ecco la rima scherzosa che veniva ripetuta su di lui, che ho appreso in famiglia da ragazzo e mi è rimasta sempre in mente: "Fra sprizzi, sprazzi e spruzzi, ecco arriva don Bizzarri sulla moto Guzzi!"

(tratto da “Preti e non solo”, di don Domenico Magri - Grafica Langhiranese - 2010)

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