Profili di preti: don Arnaldo Baga

Profili di preti è una sezione dedicata alla memoria grata di presbiteri defunti, sezione costruita sui testi scritti da don Domenico Magri in alcuni libri.

DON ARNALDO BAGA
9 febbraio 1922 – 20 novembre 2007

DonArnaldoBaga

Ma che prete! Che personaggio! Chi l’avrebbe mai detto? Senza essere, almeno a prima vista, una figura appariscente nel modo di presentarsi e di parlare, don Baga è stato capace di progettare tante opere grandiose e di realizzarle tutte ed è stato capace di attirare tutti i collaboratori necessari per attuarle. Ha avuto anche qualche difficoltà con i vescovi di turno. Si sa: chi agisce con determinazione portando avanti progetti ritenuti troppo audaci crea apprensione e il prete può essere frainteso. Così talvolta è successo:don Baga ne ha sofferto e io purtroppo ho fatto da tramite quando ha dovuto lasciare la Caritas.
I suoi progetti non sono stati effimeri, perché sono stati progetti a lunga gittata: alcuni sono ancora operanti. Ma come si fa a dimenticarlo?Il ricordo dettagliato delle sue imprese scritto da don Sacchi, e qui sotto riportato, è tutto da leggere per rimanere incantati da tutto quello che ha saputo fare.

 - nato a Ramoscello (Sorbolo) il 9 febbraio 1922
- deceduto il 20 novembre 2007 a S. Donato
- ordinato presbitero il 29 giugno 1948 in Cattedrale dal Vescovo Mons. Evasio Colli
- parroco a Mossale dal 1948 al 1958
- parroco a Eia dal 1958 al 1960
- parroco a S. Donato dal 1960 fino alla morte
- assistente scout dal 1960 al 1961
- consulente Centro Sportivo Italiano dal 1964 al 1970
- direttore di Vita Nuova dal 1970 al 1972
- direttore Caritas Diocesana dal 1974 al 1987
- amministratore parr. di Beneceto dal 1980
- amministratore parr. di S. Paolo nel 1989
- presidente A.M.A dal 1988 al 1998
- fondatore e Presidente del Centro Kennedy dal 1961 al 1990
- fondatore e Presidente di "Parma per gli altri" dal 1990
- amministratore parr. di Casalbaroncolo dal 1991
- incaricato Diocesano per Animazione sostegno economico alla Chiesa

Il mio ricordo personale

Sarà difficile, per non dire impossibile, cancellare la memoria di questo prete straordinario che la Chiesa di Parma ha donato alle comunità parrocchiali che lui ha servito, alle tante opere che ha messo in cantiere fuori Parma come ad es. nelle zone dei terremoti, e perfino alle lontane terre del Vietnam e dell'Etiopia. Era veramente un piccolo-grande uomo e un grande prete. Alle volte la sua inventiva, dettata da zelo pastorale incontenibile, lo spingeva a imprese che potevano sembrare temerarie, sempre pronto poi a pagare di persona. Ma non si è mai arreso. Ha sfidato le difficoltà fino all'ultimo giorno della sua lunga vita, quando è stato colto di sorpresa dalla morte.

Io conservo un ricordo particolare di grande affetto e amicizia, nonostante che una volta ci siamo scontrati non per motivi personali, ma per motivi oggettivi e per dovere d'ufficio da parte mia. Prova ne sia che, una volta superata la conflittualità, abbiamo sempre avuto la capacità di scherzarci sopra. Così è successo appena qualche giorno prima della sua morte improvvisa, quando noi due abbiamo pranzato gomito a gomito con i preti della Zona pastorale e insieme siamo andati a gara a rievocare in toni scherzosi quella vicenda passata. La sua presenza era sempre una garanzia di giovialità e di arguzia: era troppo brillante e intelligente!

Così lo ricorda mons. Sergio Sacchi: don Baga prete “ad gentes“.
Una vita spesa per la gente che ha incontrato e per i poveri che ha cercato, come prete, parroco e animatore della carità. A Mossale e dintorni, parroco: la Casa del lavoratore, il Centro sociale, il Festival della Montagna che nasce e rinasce come eco di una voce che canta nella vallata, a volte deserta, a volte ricca di Dio, le sue lodi, nell'armonia dello stare insieme in un coro. Poi la chiamata a succedere a Padre Paolino Beltrame Quattrocchi, presidente della pontificia Opera Assistenza (POA). Misurina al lago, opera meravigliosa, già sede dei Reali d'Italia, accoglie bambini e ragazzi per volontà di mons. Evasio Colli. Don Arnaldo Baga con tenacia tiene aperta la casa Pio XII, aggregandola ai Centri di prevenzione. Dopo questa esaltante esperienza, deve lasciare, ma non si dà per vinto. Fonda il Centro Kennedy e con tanti volontari, ma soprattutto con la sua volontà, continua la sua opera di socializzazione aprendo case al mare e in montagna per i fanciulli. Scopre la necessità di una mensa per i poveri in città e la apre come segno visibile di amore e di accoglienza  (don Baga in festa a Makallè).

Alla POA subentra l'ODA (Opera Diocesana Assistenza), di cui don Arnaldo è direttore, e successivamente, quando Paolo VI propone la Caritas nazionale, diocesana, parrocchiale, don Arnaldo diventa il primo direttore della Caritas Diocesana Parmense. Si rende attivo e generoso come non mai. E' stimato e considerato a livello delle istituzioni, la sua attività è intenta a far percepire il senso di una carità che nasce dall'amore di Dio e si traduce nel dono di Gesù Cristo e da Cristo passa nel cuore, nella mente, nelle mani di ogni cristiano. La Caritas viene interpellata presto sul territorio, nelle calamità nazionali.

Il suo Friuli e i suoi e i nostri volontari lo vedono animatore tra le macerie nazionali. Nel frattempo, fra tante attività ha diretto il settimanale diocesano Vita Nuova. Termina il mandato di direttore Caritas e fonda “Parma per gli altri” organizzazione operante oltre i confini nazionali. Una vita da prete donata come pioniere della solidarietà e della carità. La vita del pioniere non è sempre condivisa e accettata.

Don Arnaldo ha saputo dare l'esempio di chi, senza stancarsi, sa obbedire ai segni dei tempi, ai suoi superiori, e sa essere Chiesa e comunità, non per se stessa, non chiusa dentro la sua sede, non immagine di una liturgia solenne e appagante, ma aperta al Regno di Dio. Un regno che ha in Cristo la sua regalità di servizio e di amore. “ Ho terminato la corsa, ho conservato la fede “, dice Paolo ed ora nella festa dell'ultimo scorcio dell'anno liturgico, don Arnaldo va a vedere e godere di quella regalità di Gesù che noi ancora pellegrini celebriamo nel tempo e nella carità.

Il testo conciliare che bisogna rileggere “ Ad gentes “, don Arnaldo lo trova scritto a caratteri d'oro, a conferma di ciò che ha desiderato e che avrebbe voluto realizzare. Noi possiamo leggere le pagine di questo meraviglioso testo e troviamo un po' della storia di don Arnaldo, per seguire anche noi tanti esempi, col popolo di Dio, nel percorso verso il Regno.

 (tratto da ““I miei preti...i nostri pretiI”, I edizione, di don Domenico Magri - Grafica Langhiranese 2008)

 

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