Diocesi di Parma

Profili di preti: don Enore Azzali

Profili di preti è una sezione dedicata alla memoria grata di presbiteri defunti, sezione costruita sui testi scritti da don Domenico Magri in alcuni libri.

DON ENORE AZZALI
26 ottobre 1922 - 19 febbraio 2013

donEnoreAzzali

Parroco, parroco, parroco, parroco; ecco la sua “carriera”! Don Enore ha fatto il pastore con la saggezza antica, quella ad effetto sicuro verso il gregge dei cristiani. Ha lavorato in Curia per 40 anni con il nome di notaio curiale, ma con la semplicità di un impiegato accogliente, sorridente e disponibile verso tutti, a cominciare dai confratelli che andavno da lui anche per gustare l’ultima battuta. Ha colto il momento giusto per ritirarsi in Villa S.Ilario, che già frequentava da tempo come parroco, senza il complesso, facile per alcuni, dell’ultima dimora della vita terrena, ma con la gioia di condividere Eucaristia, mensa e sereno clima di convivialità con i confratelli coetanei.

- nato a San Secondo il 26 ottobre 1922
- ordinazione sacerdotale il 29 giugno 1948
- parroco a Bergotto dal 1948 al 1950
- parroco a Roccaprebalza dal 1950 al 1960
- parroco a Pieve di Cusignano dal 1960 al 1967
- parroco di Porporano dal 1967 al 2008
- notaio di Curia dal 1968 al 2008
 amministratore parr. di Mariano dal 1984 al 1989
- ritirato a Villa S.Ilario nel 2008
- deceduto il 19 febbraio 2013

Don Enore Azzali: 90 anni suonati, che hanno avuto inizio a S. Secondo, terra di gente nota per la sua vivacità e terra fertile per le vocazioni al sacerdozio
don Enore non ha mai suonato la tromba per farsi notare. Anzi, lui ha sempre cercato di passare inosservato e di camminare in punta di piedi. Ma non c'è riuscito. In tutti i posti e i servizi cui è stato chiamato ha sempre lasciato un'eredità straordinaria di bene: e il bene fa sempre notizia.

E' stato ordinato sacerdote da mons. Colli il 29 giugno 1948, in una abbondante "covata" di 14 confratelli: allora erano ancora di moda le ordinazioni numerose.
E' stato subito mandato in montagna per due anni a Bergotto e per dieci anni a Roccaprebalza, quando allora funzionava prevalentemente solo il "cavallo di S. Francesco": per gli spostamenti a piedi don Enore doveva scavalcare la neve d'inverno e soffrire il sole e l'arsura d'estate. Poi sette anni a Pieve di Cusignano e infine 42 anni a Porporano.
Da Porporano ogni giorno, per oltre 40 anni, è andato in Curia come addetto alla Cancelleria: tutti i preti passavano da lui e si fermavano, non solo per i dovuti adempimenti, ma anche per scambiare con lui parole serene e argute, perchè la conversazione con don Enore era sempre piacevole e divertente.

Non va sottaciuta una abitudine che ha coltivato per anni: ogni giovedì, giorno di vacanza dalla Curia, partiva con don Brenno Tagliavini per andare a visitare i confratelli sparsi nelle parrocchie della diocesi, privilegiando quelli più anziani e soli: questa era la vera fraternità in atto.
A Porporano come parroco ha dato il meglio di se stesso nella cura della sua Chiesa plebana, nella fedeltà scrupolosa a tutti i suoi impegni pastorali e in un rapporto semplice e sempre disponibile verso i parrocchiani.
La parrocchia di Porporano ha la fortuna di avere tra i suoi confini il complesso Emmaus delle case di riposo dell'Opera San Bernardo. Don Enore ha seguito con amore la nascita e lo sviluppo di questa grande struttura, affiancandola con la sua presenza frequente e fondando un Gruppo di Volontari ("Un sorriso per gli Anziani"), che ancora oggi portano la loro presenza provvidenziale fra gli ospiti e in particolare tra i sacerdoti anziani di Villa S. Ilario.


Infine ha dimostrato tutta la sua saggezza di anziano quando ha capito da solo che era il momento di ritirarsi dalla Parrocchia e ha chiesto ospitalità nel 2008 a Villa S.Ilario: dove, se non in questo rifugio caldo e protettivo, don Enore poteva portare a conclusione la sua lunga e feconda esperienza sacerdotale? A Villa S. Ilario era fra i più amati e stimati per la sua semplicità e modestia di comportamento: era commovente in questi ultimi mesi, segnati da una sofferenza davanti alla quale lui si sentiva così indifeso, constatare come era oggetto di particolare premura da parte delle suore e del personale e di particolare affetto da parte di tutti gli ospiti. Non si poteva non volergli bene: faceva tanta tenerezza!

Don Enore fino all'ultimo non ha cessato di fare il prete con tutta la ricchezza della sua fede: oltre ovviamente alla sua presenza alla Concelebrazione e al Rosario comunitario, era facile trovarlo da solo in Cappella per la sua preghiera personale davanti all'Eucaristia. Non solo: i fedeli di Porporano accorrevano spesso da lui aVilla S. Ilario per il sacramento della Riconciliazione.
Oltretutto i fedeli di Porporano non possono certo dimenticare un parroco che li ha amati e serviti per tanti anni. Li ha amati ed è stato riamato. E' qui che emerge la grandezza di un prete e di una comunità parrocchiale!
Grazie, caro don Enore, per quello che sei stato per il Signore e per noi, grazie per quello che hai fatto, grazie per la sofferenza che hai portato con dignità.
Addio! Come dice la preghiera che è stata recitata su di te nelle tue ultime ore, "la tua dimora sia oggi nella pace della santa Gerusalemme"......."Mite e festoso ti appaia il volto di Cristo e possa tu contemplarlo per tutti i secoli in eterno. Amen".
don Domenico Magri

(da “VESCOVIPRETISUOREAMICI” di don Domenico Magri  II edizione - Ed. Likecube - 2014)


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