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Profili di preti: don Gino Rocca

Profili di preti è una sezione dedicata alla memoria grata di presbiteri defunti, sezione costruita sui testi scritti da don Domenico Magri in alcuni libri.

DON GINO ROCCADon Gino Rocca
15 gennaio 1921 – 24 aprile 2012

La sapienza dello Spirito di un nostro Presbitero “in esportazione” al servizio di tutti: ha fatto onore alla nostra Chiesa parmense!

Martedì 24 aprile, nella cittadella di Loppiano, all’età di 91 anni, si è spento don Gino Rocca, sacerdote della diocesi di Parma che dal 1965 risiedeva nella cittadella dei Focolari sulle colline del Val d’Arno. Don Gino, che negli anni era giunto ad una completa cecità - e sempre col sorriso sulle labbra - è stato punto di riferimento per centinaia di persone che desideravano avere un colloquio, certe di trovare risposte di sapienza.

Don Gino Rocca a ParmaDon Gino Rocca, nato nel 1921 a Bacedasco di Castell’Arquato (Piacenza), dopo il trasferimento a Parma della famiglia, entra a 11 anni nel seminario della città; terminati gli studi superiori, per le sue evidenti doti, inizia gli studi alla Gregoriana di Roma.
Ordinato sacerdote nel giugno del 1944, gli vengono affidati l’insegnamento della Sacra Scrittura nel seminario di cui è stato vice-rettore, la parrocchia di S. Tommaso e l’assistenza dei giovani della FUCI, gli universitari cattolici.

Il 23 settembre 1965, accolto dai Focolari, arriva a Loppiano dove, grazie alla sua determinazione e all’aiuto di chi gli stava accanto, ha iniziato un’intensa attività pastorale e didattica. Ha tenuto corsi di Sacra Scrittura, Teologia dogmatica, spirituale e morale.

La cecità progressiva è stata vissuta da don Gino come occasione per ridire più volte il suo sì alla volontà di Dio e nel dicembre del 1978 scrive così “…ho l’impressione che Egli mi voglia condurre a poco a poco allo spogliamento totale.

Non ti nascondo che in certi momenti la prova è un po’ dura (…) Però nel fondo dell’anima sono contento. Credo che tutto è opera dell’amore particolare di Gesù per me, e Gli ripeto il mio sì, ed accetto questo progressivo mio sentirmi isolato dal mondo, questo mio lento morire giorno per giorno”.

Don Gino, che ha mantenuto la sua lucidità ed il sorriso fino alla fine, si è spento nel primo pomeriggio di martedì 24 aprile. I funerali si sono svolti giovedì 26 aprile nel santuario Maria Theotokos gremito di persone di tante nazioni. La celebrazione è stata presieduta dal nostro vescovo di Parma mons. Enrico Solmi e concelebrata da decine di sacerdoti di diverse nazionalità.
Nella omelia del funerale mons. Solmi è tornato più volte sull’espressione della Scrittura che ha guidato la vita di don Gino: “È risorto, non è qui!” e che ne ha fatto un autentico testimone del Risorto anche per il suo speciale amore per i sacerdoti e per il suo spirito di comunione.


La testimonianza di don Gino Rocca su mons.Colli in una sua lettera
La recente scomparsa di don Gino Rocca mi suggerisce l’idea di offrire una sua testimonianza con questa lettera da Loppiano, datata 8 marzo 2011. Ogni tanto gli scrivevo per affetto e riconoscenza (è stato vice-rettore e insegnante di Sacra Scrittura in Seminario) e per tenerlo al corrente sulle condizioni di sua sorella Anna che era ospite qui ad Emmaus.
Ho trascritto solo la parte che riguarda il vescovo Colli e non quella che riguarda me e sua sorella Anna. Le lettere che don Gino mi mandava, dopo che gli avevano letto la mia corrispondenza, sono scritte sotto sua dettatura, perché da tempo aveva completamente perso la vista.
Questo stralcio di lettera può aiutarci a risentire quasi dal vivo la voce di don Gino Rocca, un prete frutto prezioso della nostra Chiesa di Parma, un prete straordinario vissuto per anni geograficamente lontano da noi, ma tanto vicino a noi con il suo cuore e la sua sensibilità.

La lettera
“Io ricordo molto bene mons. Colli. La mia classe è stata la prima a inaugurare il nuovo Seminario Minore nel novembre del 1932.

Ricordo vivamente anche tutta l’attività apostolica susseguente. È stata una esperienza splendida. Ricordo ancora molto bene il bellissimo discorso che nel 1944 ha tenuto a noi sacerdoti appena ordinati nella vigilia di Pentecoste nella Parrocchia di Mezzani, dove eravamo rifugiati a motivo della guerra.
Poi ci sono stati gli anni di preparazione al Concilio e dopo il Concilio. In seguito io ho dovuto lasciare la Parrocchia di S. Tomaso e gli altri incarichi a motivo del pericolo della mia vista e a motivo della mia vocazione a lavorare nell’Istituto “Mystici Corporis” di Loppiano, per il quale il vescovo da principio non era tanto d’accordo, ma poi ha accettato con amore!
Io comunque conservo sempre un bellissimo ricordo della sua persona e prego sempre per lui. È lui che mi ha ordinato!”
Loppiano, 8 marzo 2011

(tratto da “Vescovi, preti, suore, amici”, di don Domenico Magri - Likecube - 2012)