Profili di preti è una sezione dedicata alla memoria grata di presbiteri defunti, sezione costruita sui testi scritti da don Domenico Magri in alcuni libri.
DON BRUNO RIVA
31 agosto 1914 - 3 marzo 2013
Don Bruno Riva era nato il 31 agosto 1914 a S. Secondo, un paese che non cessa di stupire per aver dato tanti bravi sacerdoti alla Chiesa di Parma. Era il figlio più giovane di una famiglia numerosa che lavorava la terra a mezzadria. È facile immaginare, a quei tempi, la vita dura e non certo agiata di una famiglia così, ricca però di fede e tenuta unita dall'armonia tra i fratelli e poi fra i nipoti, che hanno sempre voluto molto bene allo Zio prete, il loro grande "patriarca".
Non fanno impressione i suoi 98 anni di vita, quanto i suoi 75 anni di sacerdozio. Era il prete più anziano come ordinazione sacerdotale: 1937!
- nato a San Secondo il 31 agosto 1914
- ordinazione sacerdotale 19 marzo 1937
- parroco a san Sepolcro dal 1937 al 1940
- parroco a Alberi dal 1940 al 1944
- parroco a Monticelli dal 1944 al 1979
- parroco a Lemignano dal 1979 al 2001
- arrivo a Villa S. Ilario
- deceduto nel giorno del Signore 3 marzo 2013
- funerale nella Chiesa di Torrechiara
Don Bruno ha portato con sè il passato della Diocesi dalla prima metà del '900 al nostro anno 2013. Nel suo lungo ministero di presbitero c'era la nostra storia: quello che siamo diventati lo dobbiamo anche a lui.
Quando si pensa che don Bruno è stato ordinato il 19 marzo 1937, si deduce che di Messe ne ha celebrate diverse decine di migliaia e noi che abbiamo fede possiamo e dobbiamo ringraziarlo perchè con l'Eucaristia ha riversato tanta grazia di Dio sulla Chiesa e sulle comunità cristiane, che lui ha animato con il suo cuore sensibile di pastore saggio e fedele.
Nella classe dei preti ordinati nel 1937 c'erano in 13, ma don Bruno è stato ordinato prima degli altri, il 19 marzo, per essere messo accanto a quel grande e santo parroco di S. Sepolcro, mons. Ettore Savazzini, che era ormai avanti negli anni.
A S. Sepolcro don Bruno è rimasto per poco tempo, dal 1937 al 1940, ma deve essere stato segnato per tutta la vita dalla sua esperienza sacerdotale al fianco di mons. Savazzini.
Gli anni della guerra li ha vissuti in parte come parroco di Alberi, dal 1940 al 1944, e in parte come parroco di Monticelli. Anche a lui, ancora così giovane, questi anni hanno lasciato il ricordo di tante ansie per sè e per i suoi parrochiani. Appena qualche giorno fa, dopo molti anni dalla guerra, in un incubo tra il sonno e la veglia, gli sono sfuggite alcune parole drammatiche di paura dei tedeschi.
Nella lunga permanenza a Monticelli come parroco, dal 1944 al 1979, ha saputo governare con successo dal punto di vista pastorale lo sviluppo di questo centro termale, meritandosi tanta stima e riconoscenza, così come a Lemignano, l'ultima parrocchia del suo ministero sacerdotale.
Nel febbraio 2001 si è staccato fisicamente da Lemignano, dove era arrivato nel 1979, per venire a Villa S. Ilario, avendo capito da solo che era il momento di lasciare. Ma ha continuato a seguire la Parrocchia per alcuni anni, soprattutto con la presenza domenicale, per concelebrare con don Sergio Bellini, che aveva preso in consegna la Parrocchia e lo accoglieva ogni volta, assieme ai fedeli, con tutta la simpatia che meritava.
Se mi è lecita una nota personale, devo dire che a Villa S. Ilario don Bruno ha rallegrato la mia vita come memoria storica della Diocesi, come saggio consigliere, come amico fraterno, come brillante e arguto commensale allo stesso tavolo.
E ha rallegrato tutta la comunità di S. Ilario: i suoi confratelli, le Suore e gli Operatori che lo hanno assistito con delicata premura e rispetto, gli altri ospiti. È bello vedere come i sacerdoti di Villa S. Ilario sono oggetto di simpatia e di affetto da parte di tutti. Anche questa è testimonianza!
La sua stessa imponenza fisica poteva dare la misura della sua forte personalità, arricchita da diversi interessi culturali, a cominciare dalla musica. Era stato per breve tempo insegnante di musica in Seminario prima di mons. Dellapina. C'era a S. Ilario un prete un po’ più giovane di lui, il compianto don Renato Medici, che era stato suo alunno: quando gli passava davanti lo chiamava ancora professore con un leggero inchino!
È deceduto nel mattino del Giorno del Signore: non poteva scegliere un giorno più adatto per presentarsi davanti al suo Signore, dopo le infinite domeniche della sua lunghissima esperienza sacerdotale, segnate dalla gloria del Risorto che lui ha cantato con la liturgia, con la voce e con la vita.
Grazie di tutto, caro don Bruno: addio!
(da “VESCOVIPRETISUOREAMICI” di don Domenico Magri II edizione)