Profili di preti è una sezione dedicata alla memoria grata di presbiteri defunti, sezione costruita sui testi scritti da don Domenico Magri in alcuni libri.
DON RINO MONESI
28 gennaio1924 - 14 marzo 2013
Come si faceva a non volergli bene?
Sì, perché lui puntava sulla fiducia nelle persone e sulla cordialità del suo temperamento che saranno poi le sue armi vincenti come parroco.
- nato a S. Secondo il 28 gennaio 1924
- ordinazione sacerdotale il 22 giugno 1947
- cappellano a Noceto dal 1947 al 1953
- parroco a Costamezzana dal 1952
- parroco di Pieve Cusignano dal 1995 al 2003
- deceduto a Villa S. Ilario il 14 marzo 2013
Aveva accolto come decano noi di IV ginnasio nell’ottobre 1945, per il primo anno scolastico dopo la guerra. I decani erano seminaristi di teologia del Maggiore, che venivano mandati al Minore per sovrintendere ai ragazzi del ginnasio.
È stato un rientro duro per me: in famiglia avevamo ricevuto solo qualche giorno prima la notizia certa della morte di mio fratello Ugo, ucciso nel Lager Egelsberg di Gottingen in Germania. Ho lasciato la mia famiglia con l’angoscia nel cuore.
Don Rino ha aiutato me, come certamente i miei compagni di classe, a vivere un anno sereno, al di là delle vecchie e rigide regole del Seminario.
Sì, perché lui puntava sulla fiducia nelle persone e sulla cordialità del suo temperamento che saranno poi le sue armi vincenti come parroco.
Non ho mai perso contatto con lui da prete, anche se eravamo dislocati in aree geografiche diverse nella Diocesi. Mi ha chiamato qualche volta a celebrare la Cresima a Costamezzana: con un minimo di occhio clinico ho potuto constatare la sua popolarità di parroco, meritata con l’esempio e la sollecitudine pastorale. Sono state celebrazioni magnifiche con un popolo che lui faceva cantare.
Ma come si faceva a non volergli bene?
Di questo amore, di cui era circondato, ne ho avuto una prova straordinaria nelle ultime settimane della sua vita qui a Villa S. Ilario.
Non solo c’era un pellegrinaggio ininterrotto di parrocchiani e di amici, ma c’era il “presidio” continuo, notte e giorno, delle nipoti e di parrocchiani particolarmente sensibili alla bontà di don Rino. E così gli abbiamo chiuso gli occhi con una tenerezza infinita.
Non avrei mai immaginato nel lontano ottobre 1945, di vivere così accanto a lui, la finale della sua storia terrena.
Tra le tante cose belle che ha compiuto nella sua lunga esperienza di Parroco a Costamezzana c’è la stupenda e maestosa gradinata che sale verso la chiesa: ha un grande valore simbolico ed è un augurio per don Rino. Ci fa pensare alla magnifica “gradinata” della sua esistenza sacerdotale che don Rino ha salito e lo ha portato a entrare ed essere accolto nella Casa del Signore tra voci di festa e canti solenni, che a lui piacevano tanto. Proprio così come dice una canzone giovanile:
“E quando un dì con lui sarem
nella sua Casa abiterem
nella sua Casa tutta d’or
con tanta gioia dentro al cuor.”
Saluto iniziale di don Corrado Mazza alle esequie di don Rino
Don Rino ha iniziato il suo ministero sacerdotale a Noceto. Lui, prete giovanissimo, rimane cinque anni in mezzo ai ragazzi dell’Oratorio di Noceto, agli scout. Non lo dimenticheranno mai. Ritornava spessissimo a Noceto, anche diventato parroco di Costamezzana. Come tutti sanno, era di una disponibilità assoluta. Per qualunque necessità lui c’era. E accoglieva sempre tutti. Tanti gli sono diventati amici. Anche solo attraverso la sua semplice cordialità, la sua accoglienza, la sua bontà, ha dato una grande testimonianza dell’amore di Dio.
Ecco, da parte della famiglia, che lo ha tanto amato e lo ha tanto seguito, soprattutto la sorella Luisa (che per motivi di saluti non può essere qui in questo momento), la nipote Maria Luisa, e tutti gli altri parenti che sono qui presenti, a nome di tutti, un grande grazie al Vescovo Enrico, al presbiterio di Parma, al personale di Villa S. Ilario che lo ha sostenuto in questi ultimi tempi più difficili; al Vescovo di Fidenza, rappresentato da un suo sacerdote amico, e agli altri presbiteri di Fidenza e della Fraternità Francescana di Cella, che ha sostituito don Rino, la domenica, in parrocchia, soprattutto in questi ultimi tempi, in cui con grande dispiacere non era in grado di celebrare la messa per la sua gente.
Ringraziamo il Signore per questo immenso dono che è stato don Rino per tutti noi.
La testimonianza anche di questa assemblea così numerosa, riunita con il suo Vescovo, come quella di ieri sera e l’altra sera, dice quanto sia stato ed è amato questo pastore, tutto donato a Dio e alla gente. La chiesa non riesce a contenere tutte le persone che sono volute venire a dare l’ultimo saluto a don Rino e a ringraziare il Signore per questo impagabile dono.
I famigliari e i parrocchiani hanno desiderato anche esprimere la volontà di devolvere le offerte che potranno essere raccolte oggi all’Avis (di Noceto), di cui don Rino era un dona¬tore. Ci teneva tanto a sostenere anche questa bella associazione di umanità, di attenzione agli altri, con il proprio sangue. Lo vedeva attento e generoso anche il Centro tumori. Faremo poi una spartizione delle offerte, secondo i criteri che poi ci daremo. Grazie.
(da "VESCOVIPRETISUOREAMICI"di don Domenico Magri 2014 - II ed.)