Profili di preti è una sezione dedicata alla memoria grata di presbiteri defunti, sezione costruita sui testi scritti da don Domenico Magri in alcuni libri.
DON DARIO PORTA
4 dicembre 1930 – 4 aprile 1996
È il nostro santo! Posso dire anche questo: è il mio santo, perchè ha vissuto gli ultimi dieci anni della sua vita accanto a me. Ci ha “provocato” con la sua bontà, la sua dolce mitezza, la sua preghiera che lo trasfigurava. Gli devono essere riconoscenti anche quelli che non lo hanno mai avvicinato. È stato santo per tutti noi. Grazie, caro don Dario!
- nato a Sivizzano Sporzana di Fornovo Taro il 4 dicembre 1930
- ordinazione sacerdotale 19 giugno 1955
- parroco a Rimagna 1955-1957
- parroco a Trevignano 1957-1966
- parroco a Beneceto 19661980
- collaboratore parr. a S, Maria della Pace 1971-1980
- parroco a Pianadetto e Vaditacca 1980- 1985
- dal 1985 fino alla morte Parroco a Cozzano, Amministratore parr. di Antesica e Orzale, di Riano dal 1990.
Riproduco qui quello che avevo scritto nel 2006, decimo anniversario del suo pio transito.
Come si fa a passare sotto silenzio il beato transito di don Dario Porta dalla terra al Cielo, in occasione del 10° anniversario che ricorre il prossimo 4 aprile?
Era stato detto al suo funerale: "Forse don Dario ci è stato tolto perchè non ne eravamo degni".
Certamente quelli che lo hanno avvicinato hanno dovuto inevitabilmente prendere atto con sincerità della loro distanza morale e spirituale da un prete così santo: così è capitato a me che lo ho osservato da vicino e ho tentato inutilmente di imitarlo negli anni in cui abbiamo abitato insieme a Langhirano.
Chi può dimenticare il suo spirito e il suo stile di preghiera che stupiva chi lo coglieva nei momenti del suo dialogo con il Signore? Chi può dimenticare il suo sorriso disarmante che incantava le persone? Chi può dimenticare le sue parole di fede e di amore, sempre e solo parole di fede e di amore e sempre così appropriate? Chi può dimenticare la sua azione di pastore intelligente e sempre aggiornato, la sua carità instancabile verso i malati, i poveri, gli immigrati? Chi può dimenticare il tenore dignitoso, ma povero e austero della sua vita?
Chi può dimenticare la sua Messa? Che Messa la sua! Ha avuto una tale fede nella centralità della Messa, da riuscire a celebrarla fino al mattino del giorno della sua morte.
Don Dario abitava da dieci anni, con la dolcissima sorella Irma, nella casa della parrocchia di Langhirano, addossata alla Chiesa e nella stessa casa abitava anche il compianto don Ernesto Zini, morto il 28 gennaio dell'anno scorso. Quando ormai don Dario non era più in grado di alzarsi da letto, don Ernesto provvedeva ogni giorno a celebrare l'Eucaristia nella camera di don Dario. E don Dario poteva così concelebrare dal suo letto di dolore: bastava la stola e soprattutto la sua grande fede!
La sua malattia è stata un predica vivente di fede e di amore con il suo quotidiano e dignitoso incontro con la sofferenza: il suo capezzale era diventato una meta di pellegrinaggio per i confratelli e per tanti fedeli.
Nel tardo pomeriggio del 4 aprile, giovedì santo, ero salito da lui, come facevo spesso negli ultimi tempi, per recitare a voce alta i Vespri, perchè non voleva mancare neppure a questo impegno di preghiera: era ancora lucido. Alle 21 ero già pronto per iniziare a Mattaleto la celebrazione della Messa nella Cena del Signore: era spirato appena un attimo prima. Il funerale fu celebrato il mattino del sabato santo a Cozzano, nella Chiesa "primaziale" delle sue quattro parrocchie, senza poter celebrare la Messa esequiale, in ottemperanza alle norme liturgiche del Triduo Sacro. Le parole commosse del Vescovo mons. Cocchi e del compagno di Ordinazione don Nadotti hanno interpretato e suscitato la intensa commozione della assemblea, formata da fedeli e amici venuti da tutte la parti della Diocesi e anche da lontano, perchè con la sua appartenenza al Focolare don Dario si era fatto conoscere e amare anche fuori Diocesi.
Ed è subito nata spontaneamente in tutti la sensazione che era morto un prete santo, ma santo davvero. E difatti è di questi giorni la notizia che il nostro Vescovo ha avviato i primi passi, che sono preliminari alla possibilità di fare partire il processo canonico di beatificazione di don Dario.
Siccome don Dario era molto mite, a prima vista poteva sembrare fragile di temperamento. In realtà, con la forza indomabile della sua fede, del suo ardore apostolico e della sua bontà, sapeva essere tosto e determinato nel perseguire i suoi obiettivi.
Era anche molto umile, come capita a chi veramente vale davanti a Dio, ma non riusciva a nascondere le sue doti. Fra queste doti c'era anche una saggia arguzia con la quale sapeva "condire" la sua fede e rendeva ancora più gradevole quella confidenza e quella finezza d'animo che era solito mostrare nei suoi rapporti amicali.
Io ne ho avuto una prova quando dalla Parrocchia di Ognissanti-S. Maria del Rosario sono stato mandato parroco a Langhirano. Don Dario allora era parroco di Beneceto, ma svolgeva il ministero anche in S. Maria della Pace. Sono entrato a Langhirano il 2 dicembre 1978. Mi è arrivata subito una lettera di saluto e di augurio, che conservo gelosamente come una reliquia e recita così:
4 dicembre 1978
Mio caro Domenico, desidero farti sentire la mia amicizia in questo momento in cui sicuramente hai sofferto per un distacco da un ambiente che ti era divenuto caro. Mi ricordo che avevo sofferto anch'io in occasioni simili ed avevo l'impressione di essere come un mobile che, lasciato stare, avrebbe fatto il suo servizio ed invece, spostato, aveva perso un piede ed aveva una porta che non chiudeva più. Ma poi il Falegname di Nazareth ha rimesso tutto a posto. Voglio anche dirti grazie per tutto il bene che hai fatto ai sacerdoti soprattutto: proprio perchè hai portato frutto il Padre ti ha potato. Preghiamo perchè su di me e su di te si compia tutto il suo programma che è sempre il migliore! Unisco anche gli auguri per il Natale: il 1° Natale a Langhirano.Un abbraccio fraterno tuo don Dario Viene spontaneo esclamare: “Che prete! Grande, grande, magnifico don Dario!”
IRMA PORTA
21 giugno 1925 - 19 gennaio 2014
Come era dolce l’Irma
La chiamavano così in tanti: la dolce IRMA. Come era dolce l’Irma!
Io ero amico e quasi compaesano di suo fratello don Dario (1930 – 1996) che veniva a piedi ogni mattina dal mulino di Bardone per frequentare a Calestano la V elementare ed entrare poi in Seminario l’anno dopo, dove abbiamo ini¬ziato il cammino della nostra esistenza. Infatti don Dario e io non ci siamo mai persi di vista, con un sodalizio di amicizia che stimolava in me l’emulazione (purtroppo non riuscita!) per imitare la sua santità.
Nei dieci anni che don Dario è vissuto nei locali della parrocchia a Langhirano, ma come parroco di Cozzano, Riano, Antesica e Orzale, chi mi sono trovato davanti? Naturalmente sua sorella Irma, questa sorella speciale, fatta su misura per don Dario. C’erano alcuni anni di differenza fra don Dario e Irma sua sorella maggiore, ma erano gemelli nella fede, nella mitezza, nella bontà, ma anche nella determinazione a compiere il bene a tutti i costi: attività pastorale senza sosta, assistenza premurosa e piena di tenerezza verso i malati e impegno a tutto campo per l’accoglienza degli immigrati. Erano i primi tempi che a Langhirano e dintorni arrivavano immigrati e cercavano casa e lavoro. Irma non era da meno di don Dario in questa impresa che ha provocato nei primi tempi resistenze e critiche: ma non si sono mai arresi! Hanno veramente messo in pratica la frase del Vangelo che dice: “Ero straniero e mi avete accolto”. Poi c’è stato il dramma della malattia di don Dario: è facile immaginare il “calvario” non solo di don Dario ma anche di Irma, che ha seguito, giorno per giorno, il doloroso sviluppo del male del fratello, fino al suo pio transito la sera di quel Giovedì Santo, 4 aprile 1996.
Dopo la morte di don Dario, Irma si è stabilita nel suo appartamento nella Parrocchia di S. Maria della Pace: è inutile dire che è stata una parrocchiana esemplare.
Poi l’età che avanzava aveva appesantito le sue condizioni di salute ed è venuta a Villa S. Ilario. Ci siamo ritrovati qui, dopo i dieci anni di Langhirano: sempre dolce, sem¬pre sorridente, sempre orante, sempre piena di delicatezze che alle volte sembravano perfino esagerate.
Ormai le forze la stavano abbandonando, per cui è stata ricoverata all’Ospedale. L’ho visitata proprio il giorno prima della sua morte. Era ancora in grado di parlare per sussurrarmi, più o meno così, le ultime dolci parole piene di tenerezza: “Felice di vedermi per salutarmi prima di partire per il paradiso”.
Una curiosità: come sarà stato l’incontro in paradiso fra Irma e il santo fratello don Dario?
Che dolcezza questa sorella donata a don Dario e anche a noi!
(da “I miei preti....i nostri preti” don Domenico Magri Grafica Langhiranese - 2008)