Diocesi di Parma

Profili di preti: mons. Arnaldo Marocchi

Profili di preti è una sezione dedicata alla memoria grata di presbiteri defunti, sezione costruita sui testi scritti da don Domenico Magri in alcuni libri.

MONS. ARNALDO MAROCCHI
27 agosto 1906  -  29 giugno 1983

MonsArnaldoMarocchiCome si fa a dimenticare mons.Arnaldo Marocchi che ha riempito un cinquantennio della Chiesa di Parma con la sua personalità e ha avuto un ruolo delicato e rischioso accanto al Vescovo Colli negli anni della guerra? Eppure.... ci stavamo riuscendo! Dietro una opportuna sollecitazione, ho fatto questo timido tentativo della memoria che non è solo memoria di un prete, ma una piccola memoria di un’epoca molto importante per la nostra Chiesa.Posso rivolgermi ai giovani? Leggete la nostra storia per conoscere le radici della nostra terra ed evitare di vivere come stranieri in patria. Senza i fondamenti della memoria anche la pastorale risulta penalizzata: attenti alle illusioni!

- nato a San Pancrazio 27 agosto 1906
- ordinato presbitero il 29 giugno 1929
- consegue la licenza in teologia presso l’Almo Collegio teologico di Parma nel 1931
- nominato canonico della collegiata di San Secondo Il 23 aprile 1930
- nominato consorziale della Basilica Cattedrale e dogmano del Battistero il 12 ottobre del 1931
- segretario particolare del Vescovo mons. Evasio Colli ( carica che conservò sino alla morte)
- del 1939 al 1943 è assistente e direttore nazioale dell'Azione Cattolica
- protonotario Apostolico Sopranumerario il 7 giugno 1967.
- muore Parma 29 giugno 1983

Testimone e protagonista di avvenimenti drammatici a Parma, Arnaldo Marocchi era nato a San Pancrazio Parmense il 27 agosto 1906, frequentò gli studi nel Seminario urbano Parma e fu ordinato presbitero il 29 giugno 1929.
Dopo la sua ordinazione sacerdotale continuò a studiare conseguendo la licenza in teologia presso l’Almo Collegio teologico di Parma nel 1931, nonostante i diversi uffici di cui fu incaricato.
Mons. Marocchi, pur impegnato in gran parte del suo ministero nella curia vescovile di Parma, ebbe successivamente incarichi a diversi uffici pastorali. Il 23 aprile 1930 fu nominato canonico della Collegiata di San Secondo; il 12 ottobre 1931 consorziale della Basilica Cattedrale e dogmano del Battistero; nel 1939 Rettore di S. Lucia. Durante il suo servizio in quella Chiesa fu istituita l’adorazione eucaristica.
Nel febbraio 1962 fu nominato prefetto della Chiesa magistrale della Steccata, servizio cui attese con fedeltà fino al giorno della sua morte.
Mons. Marocchi impiegò il maggior tempo della sua vita nella Curia Vescovile ricoprendo nel luglio 1929 l’ufficio di addetto alla Cancelleria e nell’agosto successivo quello di vice-cancelliere. segretario particolare del Vescovo mons. Evasio Colli (carica che conservò sino alla morte), quando fu nominato Archivista.
Dopo il suo ingresso a Parma il Vescovo mons. Evasio Colli nominò come suo segretario particolare mons. Marocchi nell’ottobre 1932 e gli conservò tale fiducia fino alla sua morte.
Come segretario mons. Marocchi assistè il suo Vescovo sia come pastore della Chiesa di Dio in Parma, sia come assistente e direttore nazionale dell’Azione Cattolica Italiana negli anni 1939-1943.

Durante tutto il tempo del suo governo mons. Colli si servì della preziosa collaborazione del suo segretario con le diverse classi di persone. In particolare durante gli anni difficili della guerra mons. Marocchi fu vicino al Vescovo Colli nei rapporti con le autorità della Repubblica di Salò, con i tedeschi, con i Comandi partigiani e con le Forze alleate di occupazione.
Nel ruolo di Segretario del Vescovo, mons. Marocchi ebbe a prodigarsi per mitigare o alleviare le sofferenze, per risolvere casi drammatici e per evitare alla città tragedie ancora peggiori. Mons. Marocchi non esitò mai a esporsi in prima persona a nome del Vescovo con ammirevole coraggio e determinazione.
Ad es. con numerosi interventi presso il comando germanico il Vescovo e il suo Segretario ottennero la salvezza per molti civili e per esponenti della Resistenza e anche del clero (sacerdoti e alcuni seminaristi di teologia del Seminario), minacciati, rastrellati e imprigionati dai tedeschi in varie parti della provincia. Nei giorni che precedettero immediatamente la liberazione, mons. Marocchi, solo nella città deserta in preda alla fucileria di pattuglie nazi-fasciste disperate, tenne i contatti tra il vescovado e il comando germanico a prezzo di gravissimi rischi personali.
L’apostolato dei laici fu il campo speciale nel quale mons. Marocchi operò continuamente dai primi tempi del suo ministero sacerdotale fino ad assumere la responsabilità di tutto il laicato cattolico di Parma. È stato gratificato da diverse onorificenze fino al titolo di Protonotario Apostolico Sopranumerario il 7 giugno 1967.

Alto, sottile, colto e versatile, di carattere cordiale, mons. Marocchi disponeva di un conversare piacevole e brillante, spesso infiorato di argute facezie. Sapeva dialogare con la gente, interessarsi generosamente al prossimo, mantenere vivi ed affettuosi rapporti con una vastissima cerchia di amici. Esercitava il ministero con molta fedeltà come dimostra l’elevata frequenza di fedeli alla Chiesa della Steccata; dedicava grande cura al culto e in particolare alle Confessioni.
Mons. Marocchi aveva una solida e aggiornata cultura ed era molto attento alle espressioni artistiche. Buon conoscitore di musica, pittura e architettura, seguiva con interesse l’attività degli artisti cattolici.
All’età ormai di 77 anni mons. Marocchi era entrato nella Casa di Cura Piccole Figlie per esami: accusava disturbi circolatori. Improvvisa e inattesa, la fine per un’embolia polmonare. La salma, rivestita della veste rossa dei Protonotari Apostolici, è stata composta nella Sagrestia Nobile della Steccata.
(profilo di mons. Marocchi  riassunto e liberamente tratto dall’opera di mons. Enrico Dall’Olio non data alle stampe)

Appendice di don Domenico Magri
Ecco i nomi (quelli che ricordo) dei “rastrellati” portati a Bibbiano (RE) con tutti gli altri e poi rilasciati per l’intervento di mons. Marocchi a nome del vescovo Colli: Adelmo Monica, Antonio Bianchi, Dante Paglia, Romeo Mori, Giovanni Patanè, don Ernesto Zini, don Umberto Miani, don Innocenzo Boschi parroco sessantenne di Fragno, cui i tedeschi hanno legato le mani con un filo di ferro mentre lui protestava gridando: “Barbari barbari!”
Va ricordato con tanta sofferenza il seminarista teologo Italo Subacchi (1921-1944). Abitava nel bardigiano in diocesi di Piacenza, ma era alunno del nostro Seminario di Parma. Per lui non è stato possibile evitare la fucilazione da parte tedeschi il 20 luglio 1944 a Sidolo di Bardi assieme a due sacerdoti. Italo Subacchi era stato uno degli artefici delle belle vetrate della Cappella del Seminario Maggiore assieme agli alunni teologi Mario Poli, Giuseppe Provinciali, Tonino Onnis e Aldo Marastoni. Nelle vetrate hanno lasciato la firma delle loro iniziali con la sigla SPOM. Del nostro seminarista martire Italo Subacchi non c’è nessun ricordo. O meglio: c’è solo l’esse iniziale della sigla SPOM, fissato sulla vetrata forse da lui stesso prima di tornare sulle sue montagne per morire fucilato. Un po’ poco?!

(dai ricordi di  don Domenico Magri  2008)


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