Profili di preti: don Brenno Tagliavini

Profili di preti è una sezione dedicata alla memoria grata di presbiteri defunti, sezione costruita sui testi scritti da don Domenico Magri in alcuni libri.

DON BRENNO TAGLIAVINI
18 gennaio 1925 – 30 dicembre 2016

DonBrennoTagliavini

Che dire di don Brenno, che ha vissuto una vita così lunga e così operosa? Si possono e si devono dire tante cose di un prete come lui che ha messo a disposizione le sue capacità e il suo tempo per la Diocesi. Ma si deve dire soprattutto che era un prete vero e ha vissuto la sua esistenza da prete vero. Il gaudio del suo Signore è garantito per lui!

- nato a S.Ilario Baganza il 18 gennaio 1925
- ordinato presbitero il 26 giugno 1948
- cappellano a Fornovo nel 1948
- parroco a Roncopascolo dal 1950 fino alla morte
- vicario zonale nel 1978
- presidente diocesano dell’Istituto per il sostentamento dal clero dal 1985 al 2000
- mministratore parr.le di Fraore ed Eia nel 1991
- insegnante di religione nelle scuole
- deceduto in 30 dicembre 1916 a Trecasali

Nato nel 1925 a S.Ilario Baganza, ”ha terminato la sua corsa”, come direbbe S. Paolo, dopo quasi 92 anni di esistenza votata al Signore e alla Chiesa di Parma.
È stato ordinato nel 29 giugno del 1948 dal vescovo Colli. Era un’annata di 14 preti: numero da non credere oggi! Cito solo alcuni compagni di ordinazione che mi vengono in mente: don Guiduzzi, don Azzali, don Baga, don Gabelli, don Moroni, don Cugini.... e don Romeo Mori, diventato monaco camaldolese e morto all’inizio di quest’anno. Don Romeo Mori e don Brenno: gli ultimi due della “nidiata” del ’48.

Il primo impatto con l’esperienza di novello sacerdote lo ha avuto come cappellano di Fornovo accanto al parroco don Gaetano Zilioli. Non è stato un “battesimo” pastorale facile. Dopo due anni, nel 1950, è diventato parroco di Roncopascolo e in seguito anche di Eia e Fraore. È stato parroco di Roncopascolo per 66 anni, fino alla morte, anche se da qualche anno per motivi di salute e di età non era più in parrocchia, ma era ricoverato nella Casa di Riposo Gaj Corradi di Trecasali, dove è stato accolto con sua sorella, curato ed assistito con amore.
Naturalmente come parroco ha sempre fatto in modo esemplare la sua parte di pastore: è stato amato e apprezzato dai suoi parrocchiani. E ora certamente molto rimpianto. Ha visto nascere e ha accompagnato la crescita di tanti parrocchiani. E a tanti parrocchiani ha “chiuso gli occhi” con amore e fede.

Le sue doti di intelligenza e sensibilità gli hanno permesso inoltre di fare lodevolmente il vicario pastorale zonale e la sua vicinanza alla città di svolgere incarichi e servizi importanti e delicati per la curia e per la Diocesi. Con la morte di don Brenno Tagliavini si può dire, secondo una espressione biblica, che è crollato un “cedro del Libano”. Viene a mancare uno dei “senatori” più rappresentativi del Presbiterio parmense.
L’incarico più importante è stato quello di presidente dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero. È stato pure cassiere della curia e insegnante di religione nella scuola delle Orsoline e nel liceo scientifico.

Don Brenno è arrivato alla tarda età nonostante tante difficoltà di salute: anche la sua sofferenza fisica lo ha aiutato certamente a mettere in pratica le opere di misericordia anzitutto con i suoi parrocchiani. Devo ricordare in proposito che quando la curia rimaneva chiusa il giovedì e aveva un giorno di libertà, impegnava la giornata, assieme a un altro curiale “storico” e indimenticabile come don Enore Azzali, a girare per la Diocesi a visitare i preti anziani e ammalati. Non sarebbe una cattiva idea per noi preti, se siamo in grado di “girare”!
Una caratteristica della sua attività pastorale è stata la cura del canto. Ha messo insieme un bel coro, la corale farnesiana, e quando non celebrava, ne faceva parte cantando con entusiasmo e accompagnando il coro regolarmente nelle trasferte canore.

Spero mi sia permesso di concludere con un episodio che ricordo sempre con molto piacere e che mi ha aiutato ad entrare con entusiasmo in Seminario quando ero ragazzo. Allora per i seminaristi la vestizione della talare si faceva in Parrocchia prima di passare al Seminario maggiore: io sono andato in bicicletta da Calestano a S.Ilario Baganza, accompagnato da mia sorella, per assistere al rito della vestizione del giovane Brenno Tagliavini. Anche questo episodio ha contribuito a tener sempre vivo fra noi due un bel rapporto di amicizia.
Dobbiamo dire tutti un grande grazie a don Brenno: è stato servo fedele del Signore e merita di entrare nel suo gaudio!

(di  don Domenico Magri  30 dicembre 2001)


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