Profili di preti: don Arnaldo Vignali

Profili di preti è una sezione dedicata alla memoria grata di presbiteri defunti, sezione costruita sui testi scritti da don Domenico Magri in alcuni libri.

DON ARNALDO VIGNALI
20 febbraio 1908 - 7 aprile 2006

DonArnaldoVignaliUn prete “curioso” e studioso appassionato dell’arte sacra medievale, “riparatore di brecce” (le nostre chiese romaniche), originale ma sempre prete.

- nato a S. Ilario Baganza (Felino) il 20 febbraio 1908
- deceduto a Villa S. Ilario il 7 aprile 2006
- ordinato sacerdote il 29 giugno 1931 dal Vescovo mons. Conforti
- parroco a Corniana dal 1933 al 1934
- parroco a Badia Cavana dal 1934 al 1942
- parroco a Cozzanello dal 1943 al 1945
- parroco ad Albazzano dal 1945 al 1951
- parroco a Sasso dal 1951 al 1974
- a Locorotondo in Puglia dal 1974 al 1994
- a Villa S. Ilario dal 1994 fino alla morte il 7 aprile 2006

Dire "don Vignali" significa dire un personaggio non certo consueto, per il suo temperamento spigoloso ed irruente fino ad essere talvolta intrattabile, per la sua passione incontenibile e professionale rivolta alla storia medioevale, con particolare riguardo alle antiche chiese romaniche del parmense e della Puglia, ma anche per la sua limpida fede e il suo amore al sacerdozio.
Bisogna averlo conosciuto per credere che don Vignali era veramente così. Ed io l'ho conosciuto, anche se non sono mai entrato in un vero e proprio rapporto dialogico, nonostante che siamo vissuti insieme alcuni anni a Villa S. Ilario, fino alla sua morte. A mio parziale attenuante posso aggiungere che il rapporto dialogico con don Vignali era piuttosto difficoltoso, perchè lui partiva sempre dalla certezza sulle proprie idee e faceva fatica ad accettare il contradditorio.

Ma era comunque un prete da ammirare per la sua spiccata personalità, per una concezione della vita senza fronzoli e per la fedeltà fino in fondo ai suoi ideali: la fede di sacerdote convinto e lo studio appassionato e serio della storia e dell'arte sacra antica.
Nei miei ricordi c'è il primo incontro con don Vignali, che risale agli anni '50, quando ero cappellano a Fornovo, incontro che mi ha subito permesso di inquadrare le sue caratteristiche di studioso. E' arrivato un giorno questo prete alto e magro, anzi magrissimo, ancora abbastanza giovane, e subito mi ha chiesto una scala. Per fare cosa? Per appoggiarla all'antico campanile della Chiesa romanica e decifrare una piccola lapide latina, vecchia di secoli. Era venuto a Fornovo apposta per questo. Compiuta la sua missione, è ripartito senza convenevoli, così come era venuto.

Don Vignali lascierà il segno nella storia dell'architettura romanica del parmense con la grande impresa che ha compiuto come parroco di Badia Cavana e di Sasso, riportando allo splendore primitivo queste due antichissime Chiese. Nel frattempo, tra Badia Cavana e Sasso era stato parroco di Albazzano.

Quando, ormai anziano ma sempre valido e forte fisicamente, decide di ritirarsi dalla Parrocchia di Sasso, fa una scelta clamorosa, in linea con la sua passione e sensibilità culturale. Con i suoi risparmi acquista un trullo a Locorotondo in Puglia e là si sistema per meditare, leggere, studiare e, in particolare, per fare puntate nel ricco patrimonio romanico delle cattedrali pugliesi.
In uno dei suoi ritorni a Parma, si era recato alla Biblioteca Palatina per consultare libri sulle materie a lui particolarmente care. È caduto, colpito da ictus, dalla scaletta su cui era salito.
E così è diventato ospite di Villa S. Ilario, il caldo e protettivo rifugio per i preti anziani e ammalati. Lì io l'ho trovato, quando sono diventato responsabile della struttura e l'ho seguito fino alla sua morte, avvenuta il 7 aprile 2006, alla ragguardevole età di 98 anni, dopo aver ricevuto sacramenti della fede, quella fede che lo aveva sempre animato e sostenuto nella sua vita sacerdotale. Si può ben dire, come dicevano i nostri antichi, che "pie obdormivit in Domino".

Abbiamo celebrato le esequie nella cappella di Villa S. Ilario. E dopo il funerale, c'era il medesimo santo, cui è intestata la casa di riposo, ad attendere le sue spoglie mortali. Proprio a S. Ilario Baganza, dove era nato nel lontano 1908, è tornato per essere sepolto nel cimitero del territorio.
Ha lasciato in eredità alla nostra struttura Emmaus (Villa S. Bernardo, Villa S. Ilario, Villa S. Clotilde, Villa Beata Eugenia Picco) il trullo di Locorotondo. E soprattutto ha lasciato un prezioso manoscritto da pubblicare, frutto dei suoi studi appassionati e delle sue acquisizioni di storia medioevale. Il titolo è: "Miscellanea di storia e arte medioevale". E per essere sicuro che non ci siano intoppi al suo desiderio, ha lasciato anche la somma necessaria per farlo stampare.
Cosa che stiamo facendo.

(dai ricordi di  don Domenico Magri aprile 2006 )


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