Diocesi di Parma

Profili di preti: don Dante Agnetti

Profili di preti è una sezione dedicata alla memoria grata di presbiteri defunti, sezione costruita sui testi scritti da don Domenico Magri in alcuni libri e fino al settembre 2018, poi, come in questa pagina, da don Stefano Rosati.

Giovedì della I settimana del T.O.
«Gesù ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: Lo voglio, sii purificato!» (Mc 1,41)

Nella sua compassione oggi il Signore Gesù ha steso la mano verso di lui ed ha tratto a Sé il suo servo


DON DANTE AGNETTI
(27 febbraio 1933 - 11 gennaio 2024)
già parroco prima di Stadirano, poi di Casaselvatica e Fugazzolo,
infine delle parrocchie della Nuova Parrocchia dei Santi pellegrini sulla Francigena
 

Don Dante Agnetti

A Berceto il Seminario estivo per i seminaristi è stato un luogo prezioso di formazione sacerdotale, ma ha anche educato intere generazioni di giovani della nostra montagna, che vi hanno ricevuto una solida proposta umana e culturale, ma alcuni hanno accolta anche la vocazione sacerdotale. È il caso anche di don Dante, che, nato a Fugazzolo di Berceto il 27.02.1933, è entrato in seminario ed è stato ordinato nella Cattedrale di Parma l’11 ottobre 1959, insieme a quattro compagni, di cui tre gli sopravvivono, due di questi anch’essi bercetesi come lui.

Subito dopo l’ordinazione viene inviato come cappellano prima a Careno (allora in Diocesi di Parma) e quindi a Berceto (1959-60), per poi andare parroco a Stadirano (1960-63) e successivamente tornare nel bercetese e restarvi quasi 40 anni: parroco a Casaselvatica (1963-2001) e dal 1981 anche economo spirituale nella sua parrocchia di nascita, Fugazzolo. In seguito ad novennium (2001-10) sarà parroco delle parrocchie di quella che diventerà la Nuova Parrocchia dei Santi pellegrini sulla Francigena (Sivizzano Sporzana, Bardone, Neviano de’ Rossi, Terenzo, Casola, Corniana, Cassio).

Essendo diventata precaria la sua salute, chiederà di scendere a Sala Baganza, dove, col titolo di vicario parrocchiale, sarà assistente spirituale di Villa Benedetta, avendo ivi la sua residenza (2010-13). In seguito, fino ad oggi, resterà 10 anni a Villa Sant’Ilario. Era, quanto a presenza a Porporano, il “decano” dei presbiteri attualmente ospiti.

Mentre esprimiamo ai familiari: nipoti e pronipoti, le più sentite condoglianze e, in questa antivigilia della sua festa, lo affidiamo a sant’Ilario, patrono della Casa dove ha vissuto quest’ultima stagione della sua vita umana e sacerdotale, insieme ai Confratelli, premurosamente assistito dalle Suore e dal personale, altri dal bagaglio dei ricordi potranno condividere frammenti più puntuali della sua presenza e del suo ministero in montagna.
A me piace richiamare qualcosa che allora mi colpì e su cui lo interpellai, anche perché era diventato come un ritornello che d. Dante andava ripetendo ad ogni suo intervento, sia ai ritiri di zona a Villa S. Maria di Fornovo che anche nelle riunioni della formazione del presbiterio in città, nell’allora Seminario minore.

E cioè la sua “teologia”, che aveva un’impronta molto personale, dai contorni esistenziali più che accademici, della “ricapitolazione” di tutta la realtà nel Cristo Risorto. Questa del “Cristo cosmico” la presentava come una sua “scoperta” e soprattutto la predicava nei tempi opportuni e anche non opportuni… immagino la sua gente, che gliela sentiva ripetere ogni domenica, ma per la quale aveva fatto fare e mettere in chiesa perfino una statua, la statua del “suo” Cristo Risorto

Sì, Don Dante, come Cristo è veramente risorto dai morti e vive per sempre, ora sii tu a vivere per sempre col “tuo “ Cristo risorto!

don Stefano Maria

Parma, 11 gennaio 2024

(Il pdf di questo profilo è scaricabile da qui)


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