Diocesi di Parma

Profili di preti: don Giovanni Caimi SdB

Profili di preti è una sezione dedicata alla memoria grata di presbiteri defunti, sezione costruita sui testi scritti da don Domenico Magri in alcuni libri e fino al settembre 2018, poi, come in questa pagina, da don Stefano Rosati.

Martedì della III settimana di Pasqua
«Alle tue mani, Signore, affido il mio spirito» [(Sal 30 (31)]

Nella sua compassione oggi il Signore Gesù ha esaudito la sua preghiera e chiamato al premio eterno il suo servo


DON GIOVANNI CAIMI
(25 febbraio 1931 - 16 aprile 2024)
Vicario parrocchiale di Montechiarugolo
 

Don Gianni Caimi

Nato a Cislago (Varese) il 25.02.1931, entra nella Congregazione dei Salesiani nel 1956 e fa la professione perpetua nel 1962, frequenta la Teologia a Monteortone (Pd), dove viene ordinato presbitero il 10.04.1965. Svolge i primi 15 anni di ministero oratoriano in mezzo ai giovani, prima di partire fidei donum in Rwanda.

Al suo ritorno viene destinato a Comacchio (FE), allora ancora diocesi a sè, e nominato l’11.01.1981 delegato vescovile della Parrocchia di S. Giovanni Bosco. Con lui i Salesiani ritornavano a Comacchio dopo una assenza di ben 25 anni!

Il “Bollettino Salesiano” di allora riporta questa nota, che ci dice tutto di don Gianni e del suo stile pastorale: «C’era veramente da rimanere meravigliati al vedere l’entusiasmo che don Gianni sollevava tra le persone di qualsiasi età e di ogni credo politico». Questo fino a quando i Superiori decisero la chiusura definitiva della presenza comacchiese, dovuta al fatto che l’anno prima la diocesi era stata unita a quella di Ferrara. Così l’8 dicembre 1987 don Gianni dovette obbedire ai Superiori e abbandonò la città. «Ricordo – scrive anni dopo un suo parrocchiano – le lacrime sincere che rigavano il volto di molte persone che assistevano alla sua messa di addio».

Resta nella nuova diocesi di Ferrara-Comacchio, spostandosi nella Comunità salesiana di Codigoro (FE) per i successivi 8 anni (1987-1995), per poi essere assegnato alla Comunità di Parma, in quanto nominato parroco di Montechiarugolo e Tortiano, rettore del Santuario di Maria Ausiliatrice e assistente della Scuola Don Lazzèro. Qui rimane formalmente 5 anni (1995-2000), in realtà mai interrompendo i rapporti con i suoi parrocchiani. Anche quando nel 2000 sale nell’Alto Cornigliese come parroco di Bosco, dove resta una ventina d’anni. Memorabili le sue iniziative estive (e non solo) per i ragazzi ed i giovani, per i quali, col supporto della Fondazione Bonani, l’appoggio del Comune e di tutta la popolazione, nessuno escluso, organizza percorsi di formazione degli animatori e Gr.Est…. da far invidia agli Oratori cittadini!

Bassorilievo fra RuffinoDa infaticabile organizzatore quale è sempre stato, merita essere ricordata una iniziativa che lo ha visto protagonista in tutt’altro campo: la traslazione nella chiesa parrocchiale di S. Giacomo a Bosco delle reliquie del ven. Fra Ruffino del Bosco OFM (1596-1682), «homo di santa vita, dotato di ogni virtù» dalla Basilica fiorentina di Ognissanti, dove una piccola lapide ricordava che vi erano state deposte nel 1923. «Al parroco di Bosco, don Gianni Caimi – ricorda il Corriere Apuano – si deve il merito di essersi adoperato, con tenacia, per recuperarle e riportarle in alta Val Parma. … Dopo quasi quattro secoli fra Ruffino era finalmente tornato a casa».

La maestà in marmo di Carrara che raffigura San Francesco che riceve le stimmate e fra’ Ruffino inginocchiato alle sue spalle. È stata collocata a Bosco di Corniglio nel 1736.
DonGianniCaimi FraRuffinoPresentazioneLibro
La parrocchiale di Bosco in occasione della presentazione del libro “Il venerabile servo di Dio Fra Ruffino dal Bosco di Parma”, a cura di Italo Pizzati

Poi, dal 2019 scende nuovamente a Montechiarugolo e Tortiano e svolge il servizio pastorale anche nella vicina Parrocchia di Basilicagoiano divenuta vacante… fino allo scorso 2023, quando si è ritirato come ospite presso la Casa della Carità “S. Giuseppe” di Montecchio Emilia (RE), da cui i suoi parrocchiani hanno continuato a portarlo a Montechiarugolo ogniqualvolta il nuovo parroco, confratello salesiano, avesse bisogno.

A queste testimonianze assai significative, che ci dicono il don Gianni che abbiamo conosciuto ed apprezzato come salesiano e come “pastore-trascinatore”, vorrei aggiungerne una personale, molto più prosaica ma ugualmente indicativa di come don Gianni fosse tale anche nella vita di tutti i giorni. Correva l’anno 2001 e coi miei “Giovani&Pellegrini” della Zona di Fornovo-Medesano-Berceto avevamo organizzato una camminata notturna… al chiaro di luna da Fornovo a Lagdei. Solo che inopinatamente… si è spenta la luna e noi ci siamo persi… fino a che siamo riusciti a scendere a Bosco ed a svegliare don Gianni. Erano le cinque di mattina e lui è stato un vero signore a fornirci coperte e bevande calde, ospitandoci in canonica finchè nel pomeriggio del giorno successivo non siamo stati in grado di prendere la via del ritorno. Ricordo che ad ogni nostro incontro nei venti e più anni successivi io ero sempre quello a cui aveva salvata la vita! Gli ho sempre lasciato questa “esagerazione”, perché così era don Gianni nella sua generosità. Impagabile, se non con la ricompensa eterna, che prego che il tuo Signore, don Gianni, ti abbia già elargito!

don Stefano Maria

Parma, 16 aprile 2024

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