Diocesi di Parma

"Vivere la Quaresima come un di più"

Diamo voce al Messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2017 con alcune testimonianze della nostra Comunità diocesana che, quotidianamente, vivono la dinamica del Dono attraverso l'incontro che mette al centro la Parola di Dio e la Persona.

Entriamo nel pensionato universitario femminile delle Figlie della Croce attraverso un portone come “quelli di una volta”; l’atmosfera familiare che si respira nell’androne d’ingresso potrebbe essere ben descritta con le parole di San Giovanni Bosco: “l’educare è cosa del cuore”. La Congregazione delle Figlie della Croce, fondata da Santa Giovanna Elisabetta e da Sant’ Andrea Uberto Fournet, fu chiamata a Parma nel lontano 1851. Maria Luigia, da ragazzina, aveva avuto modo di conoscere la fondatrice, quando poi divenne duchessa di Parma e Piacenza si ricordò di lei… e la invitò a Parma insieme con le sue consorelle. Il  fondatore, Sant’ Andrea Uberto, per poter scrivere la Regola di vita della Congregazione, si domandò: “Cos’ha fatto Gesù lungo le strade di Galilea? Cosa continua a fare ancora oggi nel Tabernacolo?” E la risposta non tardò ad arrivare: “insegnare e prendersi cura!”.

Delle sei suore che attualmente compongono la Comunità in borgo Guasti di Santa Cecilia incontriamo sr. Elena e sr. Giuseppina.

Testimonianza2 2017cropLa Parola di Dio è un dono, l’altro è un dono : che riflessione vi suscita questa frase del Messaggio del Papa? Suor ElenaNon riuscirei a vivere una giornata senza accogliere il Dono della Parola di Dio: un “nutrimento” che mi sazia di luce, gioia e forza. Sono tante le frasi che mi hanno sempre accompagnato, fin dalla mia giovinezza: “per me vivere è Cristo” (Lettera ai Filippesi) oppure “sei Tu il mio Signore, senza di Te non ho alcun bene” (Salmo 15). Come componente della mia famiglia religiosa  invece, medito spesso su una frase della nostra Regola di vita: “ il centro, il modello, il tutto della Figlia della Croce è il cuore di Gesù Crocifisso”. E’ alla luce di tutto questo che ho vissuto la mia missione di insegnante di musica nelle scuole primarie e al Conservatorio qui a Parma: attraverso il linguaggio degli spartiti musicali ho fatto del mio meglio per dare testimonianza alla Bellezza e all’armonia della Vita. E’ luogo comune che i bambini, gli adolescenti, hanno bisogno di trovare negli adulti un punto di riferimento, ed è vero! Ma nella mia esperienza posso dire che anch’io ho ricevuto tanto da ciascuno di loro. Penso in particolare quando, al termine di ogni anno scolastico, chiedevo ai miei alunni di scrivermi una lettera per raccontarmi le cose belle vissute insieme durante le lezioni, e anche le cose meno belle che, secondo loro, avrebbero dovuto essere migliorate.  Ebbene, posso dire che le loro lettere mi hanno sempre donato molto: guardarci gli uni gli altri con gli occhi del cuore “trasfigurava” tutto quello che vivevamo insieme durante l’anno e aiutava a ri-pensare con verità le cose che non andavano bene, con la coscienza di chi sa che, sempre, ciascuno, ha qualcosa da imparare e migliorare.” 
Suor Giuseppina: “Senza l’ascolto della Parola di Dio la mia quotidianità sarebbe vuota. Ogni giorno inizio la mia giornata con l’Eucaristia e la meditazione della Parola, che infondono in me una grande gioia. Nei momenti di difficoltà, o quando accade che la vita di tutti i giorni mi appare un po’ abitudinaria e ripetitiva, ritrovo la mia luce di novità ripensando alle parole di San Paolo: “questa vita che vivo nella carne, io la vivo nella Fede del Figlio di Dio che mi ha amato e ha dato se stesso per me.” . Se da una parte ho rinunciato ad una famiglia mia per accogliere la vocazione alla vita religiosa, diventando suora e rileggendo la mia Storia mi sono accorta che il Signore mi ha ricompensata in modo straordinario con il dono di tantissimi alunni, bambini e adolescenti, da amare come fossero figli miei, attraverso l’insegnamento della religione nelle scuole. Non posso dire di aver fatto grandi cose ma ho sempre cercato di vivere con la tenerezza di Dio le “piccole” cose. Per esempio, mi ritorna in mente il momento del cambio dei pannolini ai bimbi più piccoli: talvolta capitava che il bimbo si sentisse un po’ a disagio perché io non ero la sua mamma ma facevo in modo di rasserenarlo; il bimbo lo apprezzava e, a modo suo, me lo faceva capire. Un po’ più difficile è stato insegnare in qualche scuola medie statale di periferia, dove avevo come alunni anche ragazzi un po’ “problematici”. In alcuni momenti lo scoraggiamento mi faceva pensare che la mia fosse una presenza inutile. Ma ogni volta , dentro di me, soccorreva sempre a consolarmi l’idea che l’importante è seminare, qualcosa di buono poi rimane sempre. Alla fine dell’anno scolastico non so se ricordavano qualcosa dell’insegnamento di religione ma l’aspetto umano della relazione ne usciva sempre valorizzato e vincente. Accettare con consapevolezza i miei limiti e “i momento no” (…che tutti abbiamo…) mi aiutava ad affrontare meglio anche le fragilità dei miei alunni, a dare testimonianza che, per quanto la vita potesse essere faticosa, non sarebbero stati mai soli poiché avrebbero sempre avuto accanto una Presenza sollecita nel consolarli e sostenerli.” 

Quale proposito desiderate vivere in questa Quaresima per rinnovare il vostro rapporto con Cristo? Suor Elena: “Ogni anno, di solito d’estate, insieme con tutte le altre consorelle della nostra Comunità facciamo gli esercizi spirituali. Personalmente, alla luce della Parola che viene proposta nelle varie meditazioni, ogni volta, elaboro un “Progetto” che mi propongo poi di realizzare durante tutto l’anno: anche in Quaresima quindi mi accompagna e mi provoca; anzi, il cammino quaresimale diventa per me l’occasione propizia per “tirare un po’ le somme” e, all’occorrenza, per impegnarmi in una revisione un po’ più profonda. Dio mi “parla” attraverso tutto e tutti: dalla sveglia che suona al mattino presto…alla consorella che non mi piace…”.
Suor Giuseppina: “Qualche giorno fa sono andata a confessarmi ed ho avuto modo di ripensare ad un suggerimento ricevuto diversi anni fa quando vivevo nella diocesi di Milano: vivere la Quaresima come un di più: “avere maggior luce nei pensieri” così da valorizzare negli altri più aspetti positivi; “avere maggior calore nelle relazioni” nel senso di fare io il primo passo nel prendere l’iniziativa di un sorriso, di una parola, di un’attenzione; “avere maggiore forza nell’azione” per vivere con un pizzico di amore in più i “piccoli” impegni del quotidiano.”

Nel salottino sobrio ma molto accogliente, dove ci siamo intrattenuti a parlare con le suore, scorgiamo un angolo con un libro aperto che racconta del vivere con la gratitudine di chi, ogni giorno, accoglie sempre “di nuovo” un grande Dono: “Signore, non ti ho visto mai ma ci sono i Tuoi Segni nel mondo. La Tua tenerezza mi raggiunge. Non sempre ti capisco, ma so che mi vuoi bene.” (dagli scritti di suor Maria Laura, Figlia della Croce, uccisa a Chiavenna da tre ragazze mentre si accingeva a prestare loro aiuto.)

Lucia Alfano
(Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali)

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