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Profili di preti: mons. Ampelio Zoni

Profili di preti è una sezione dedicata alla memoria grata di presbiteri defunti, sezione costruita sui testi scritti da don Domenico Magri in alcuni libri.

MONS. AMPELIO ZONI
17 agosto 1923 - 29 maggio 2008

MonsAmpelioZoniChe prete caro, simpatico, mite e dolce!
E buono a tutto, nel significato più vero e più bello del termine. Con la sua obbedienza, la sua fede, il suo zelo e il suo temperamento così gradevole, è stato amato da tutti.
E soprattutto dal Signore!

-  nato a San Martino Sinzano (Collecchio) il 17 agosto 1923
-  ordinato presbitero in Cattedrale il 22 giugno 1947
-  dal 1947 al 1949 cappellano a Roccabianca
-  dal 1949 al 1953 parroco a Bosco di Corniglio
-  dal 1953 al 1959 parroco a Casalbaroncolo
-  dal 1959 al 1970 parroco a S.Leonardo in Parma
-  dal 1970 al 1997 Rettore della Chiesa di S.Lucia in Parma
-  dal 1970 al 1974 Segretario Commissione diocesana vocazioni
-  dal 1970 al 1985 Consulente ecclesiastico CIF
-  dal 1975 Assistente AIMC
-  dal 1978 al 1980 Economo Spirituale di S.Vitale in Parma
-  dal 1970 Direttore-assistente dei Gruppi di Volontariato vincenziano e insegnante di religione presso le Orsoline
-  nel 1982 Delegato vescovile a Castrignano e Riano
-  dal 1984 al 2000 canonico della Cattedrale e poi onorario.
-  dal 1997 ospite di Villa S.Ilario
-  deceduto il 29 maggio 2008 a Villa S.Ilario

Soprattutto in questi ultimi tempi a Villa S.Ilario, caldo rifugio protettivo dei preti anziani e ammalati, don Ampelio faceva tanta tenerezza: forse aveva perso la lucidità, secondo gli schemi abituali che noi abbiamo per giudicare, ma aveva qualcosa che ti prendeva con un linguaggio che più parlante non poteva essere. Quando ti avvicinavi, ti guardava con occhi supplichevoli, alle volte con le gote bagnate di lacrime e gemeva, gemeva.... Appariva così indifeso! E non resistevi alla tentazione di coccolarlo e accarezzarlo.
Attirava in questo modo l'attenzione affettuosa di tutti: del nipote Sergio che veniva tutti i giorni con una fedeltà commovente ad aiutarlo nel pasto di mezzogiorno, dei confratelli, delle suore, degli operatori e operatrici che l'hanno sempre accudito con una premurosa assistenza che rasentava la venerazione.
Se noi lo ricordiamo come era prima della lunga malattia, durata undici anni, don Ampelio era dolce, trasparente, ricco di fede, mite ed umile di cuore, operoso e zelante in tutte le missioni che gli sono state affidate: subito dopo l'ordinazione sacerdotale (nel 1947) a Roccabianca come cappellano e poi a Bosco di Corniglio, a Casalbaroncolo, alla popolosa Parrocchia di S. Leonardo, nella Chiesa di S. Lucia, in Cattedrale come canonico, in tanti impegni di carattere diocesano e infine a Villa S. Ilario, dove la sua vivacità di carattere si è spenta a poco a poco in questi anni assieme alle sue forze fisiche. Infatti don Ampelio era un tipo vivace e spiritoso, il chè non guasta! Sapeva condire il ministero della parola e l'approccio alle persone con uno stile sereno e rasserenante, tirando fuori dal suo repertorio le battute e le frasi originali che non ti aspettavi.

Aveva il dono della scrittura e se ne serviva con il giornalino parrocchiale e con piccole composizioni, come le lettere simpaticamente indirizzate a diverse categorie di persone.

A me faceva sempre impressione la frase scritta sotto la testata del giornalino parrocchiale di S. Leonardo: "Questo giornalino vive di offerte fatte volentieri". In questa frase possiamo anche vedere una specie di auto-elogio inconsapevole, perchè don Ampelio ha sempre fatto "volentieri" l'offerta della sua missione sacerdotale, dovunque gli sia stata richiesta.

Ma aveva anche il dono della parola, parallelo a quello della scrittura: sapeva spezzare il pane della Parola di Dio, rendendola facile da capire, da gustare e da praticare. Chi non ricorda le spiegazioni del Vangelo domenicale al sabato sera nella TV locale e le Omelie della Messa alle ore 21 in Santa Lucia, occasione attesa e desiderata da tanti fedeli della domenica sera?

Don Ampelio è stato un prete cui la Diocesi deve tanta riconoscenza, tutti coloro che lo hanno conosciuto e accostato gli devono tanta riconoscenza.
Spero di non mancare di correttezza teologica, se dico che anche il Signore gli deve tanta riconoscenza, perché ha avuto bisogno di lui e don Ampelio ha fatto quanto gli è stato richiesto: gli ha donato anche la sofferenza fisica, durata undici anni. E adesso il Signore lo ringrazia certamente: lo ringrazia da par suo, alla sua maniera! "Bene, servo buono e fedele, prendi parte alla gioia del tuo Signore".
Don Domenico Magri - Basilica Cattedrale, 31 maggio 2008

(tratto da “I miei preti..... I nostri preti”, di don Domenico Magri - Grafica Langhiranese - 2008)