Notizie da Chiara Picelli dal Burkina Faso

Koudougou, 12 Marzo 2016

Cari amici,

come state? Lo so, è tanto che non mi metto qui a scrivere un po', ma anche qui in Africa alla fine il tempo scorre veloce.

Tra qualche giorno sarà un anno dal mio arrivo in Burkina Faso... ero partita per restare solo 10 mesi, ma il progetto continua per un altro anno, quindi ecco che anche io resto qui! Ma non senza novità...

Sono sempre logista-amministratore ma ora non sono più a tempo pieno in capitale, dove comunque continuerò ad andare per missioni di lavoro, ma sono a Koudougou, capoluogo della Regione Centre-Ouest, e terza città del Burkina a due ore di strada da Ouagadougou.

Il progetto continua qui nella regione dove siamo dall'inizio, ma ci stiamo anche allargando ad altre zone a est della capitale. Per noi là è quasi tutto da mettere in piedi: un nuovo ufficio da cercare a Koupelà, una nuova équipe da costituire, stabilire i contatti con i direttori regionali, i distretti sanitari e gli ospedali locali dove vengono curati i bambini malnutriti, di questo se ne stanno occupando la coordinatrice e il nuovo logista-amministratore di quella zona.

Ma anche qui nel Centre-Ouest abbiamo il nostro da fare: i nutrizionisti si sono scambiati le sedi di lavoro (e con le auto di progetto li abbiamo aiutati nei traslochi), dobbiamo assumere altro personale anche qui visto che tre persone (un medico, un nutrizionista e un autista) si sono spostate nei nuovi distretti a est in modo da aver qualcuno che già sa come lavoriamo per sostenere la nuova équipe; e io dopo un anno di lavoro quasi in solitaria (a Ouaga ad occuparsi del mio progetto eravamo solo io e il mio autista) dovrò riabituarmi un po' a lavorare in équipe e ben coordinarmi con loro.

Il passaggio tra i due progetti è stato abbastanza impegnativo sia a livello organizzativo personale che di lavoro, oggi finalmente relax... non sono voluta tornare a Ouaga per il week end apposta per riposarmi e cercare di scrivervi due righe.

Per ora le novità non sono tante, sono appena arrivata. Però la nuova casa in cui sono è sempre vicino a delle moschee, ben due... ma per fortuna queste sono piccoline e non sento nemmeno gli altoparlanti delle preghiere, mentre a Ouaga con la grande moschea che avevo accanto spesso mi svegliavo alle 4 o 5 del mattino quando c'è la prima preghiera.

Fuori ci sono 38 gradi, è già la media giornaliera in questo periodo.. tra qualche settimana arriveremo tranquillamente a superare i 40 gradi durante il giorno. In realtà è già da metà gennaio che il caldo ha iniziato ad aumentare, cioè media giornaliera intorno ai 30 gradi. Il freddo qui non arriva mai, troppo vicini al deserto de Sahara! Anche nelle sere più fredde al massimo ho chiuso la finestra e dormito con il lenzuolo e per uscire sempre i sandali anche se avevo un po' freddo ai piedi.

A metà gennaio a Ouaga mi ero iscritta al corso di mooré, lingua parlata in alcune zone del paese, ma con il trasferimento ho potuto seguire solo poche lezioni, ma magari ora che in settimana ho un po' più tempo posso mettermi a studiare quel poco che ho imparato... chissà!

Ah, la prima sera che sono arrivata qui a Koudougou su internet ho trovato una ricetta di un torta... in padella, il che è grandioso visto che qui non ho il forno ma solo la placca con i tre fuochi! Prossimamente la proverò.

Per ora le novità non sono molte, in pratica mi sono appena trasferita.. ma posso anticiparvi che rientrerò per una breve vacanza in Italia tra fine giugno e fine luglio, se sarete nei paraggi ci vedremo!

A presto,

Chiara

Ouagadougou, 24 Luglio 2015

Ciao amici!

Lo so, è tanto che non vi scrivo.. ma non dovete preoccuparvi! Quando fa caldo sono spesso fuori in giro con gli amici, visto che stare in casa è insopportabile. Già passo tutta la settimana chiusa in ufficio, almeno nel week end sto all'aperto :-). E vi assicuro che in ufficio, quando non possiamo usare il climatizzatore perché non c'è la luce e quindi funziona il nostro generatore, con il solo ventilatore si fa la sauna.
Che poi è un po' quello che tutti fanno qui, stare fuori e non in casa. Ogni volta che esco o rientro in casa, vedo sempre qualche vicino fuori a chiacchierare e spesso con un fuocherello per fare il tè.
Girando per lavoro a volte mi è capitato di vedere gruppi di bambini che fanno lezione sotto un albero invece che in classe, classica immagine che si ha dell'Africa. Ma ci siamo mai chiesti perché? Forse perché con il sole che scalda a più di 45 gradi in una cinquantina in una stanza senza ventilatore fa troppo caldo, e allora meglio stare fuori all'ombra di un grande mango: lì almeno un po' d'aria si sente!

E poi ci sono gli asini... quelli grigio chiaro con sul dorso e intorno al collo una striscia scura. Si trovano ovunque: immobili sotto un albero, che spingono carretti trasportando persone, che tirano l'aratro nei campi o che attraversano la strada mentre tu stai passando.

In Madagascar ammiravo un sacco le donne e le ragazze che venivano a messa con i tacchi nonostante la chiesa fosse in mezzo alla sabbia, e senza scomporsi più di tanto camminavano sprofondando. Qui in Burkina ho trovato altre donne formidabili: vanno in motorino o in bicicletta portando sulla testa, senza mani, cesti enormi di frutta!

Beh se ora vi sto scrivendo, finendo una mail iniziata qualche giorno fa, dovete ringraziare la pioggia che da alcune ore sta cadendo a catinelle, annullando così l'idea di andare appena fuori città per rilassarci.

Stamattina ho deciso di provare ad andare a messa alle 8, un'ora prima del solito, nella chiesa a due passi da casa. Di solito vado in un'altra un po' più lontano, circa 10-15 minuti a piedi. In ogni caso ho appurato di essere l'unica bianca. Questa chiesa vicino a casa è più piccola dell'altra, ma essendo comunque molta la gente che va, in tutto lo spazio fuori e sotto le tettoie la gente si siede sulle panche o sulle sedie che si porta da casa. Credo ci fosse molta più gente seduta fuori che in chiesa. Poi a un certo punto è iniziato a diluviare e ci siamo stretti sotto le tettoie, da cui però ogni tanto colava l'acqua. E a fine messa la corale ha continuato a cantare per almeno 40 minuti visto che tanto con la pioggia quasi nessuno si muoveva, me compresa. Poi mi sono decisa visto che la pioggia iniziava a diminuire (mi sarei bagnata comunque visto che ero a piedi e senza ombrello).
Esco e le strade del quartiere in terra erano dei fiumi di acqua rossa, mi avvio lo stesso e pochi passi dopo mi si rompono entrambi i sandali! Che fare? Mi dico che tanto con la pioggia la terra è morbida quindi se evito i sassi non dovrei farmi male. Per strada non c'è molta gente ma a un certo punto sento un “ciao vicina”, è un ragazzo in motorino e con l'impermeabile che va nel senso opposto al mio, ma si ferma mi chiede che ci faccio in giro così sotto la pioggia senza niente e senza macchina, poi gentilissimo mi dà un passaggio per gli ultimi metri. Mi hai rallegrato l'inizio della giornata, vicino senza nome!

E con l'inizio delle piogge, anche se in forte ritardo, il paesaggio sta cambiando: da tutto secco e giallo di quando sono arrivata a marzo, da un mesetto invece diventa sempre un po' più verde e la gente che abita nei villaggi, appena smette di piovere, va nei campi per preparare il terreno e seminare.

Vi saluto e vi auguro una buona domenica.
Chiara

Ouagadougou, 1 Maggio 2015

Ciao amici!

Eccomi di nuovo in giro per il mondo e quindi a cercare di raccontarvi un po' di quello che vivo qui in Burkina, anche se come sempre è molto difficile.

Chi sa dov'è il Burkina Faso alzi la mano! ... e chi non lo sa... di corsa a cercarlo su una cartina!!!

Visto che in tanti mi chiedete "ma cosa fai?" o "ma il lavoro ti piace?", cercherò, come prima cosa, di spiegarvi un po' in cosa consiste il mio lavoro.

La città in cui lavoro e abito è Ouagadougou, la capitale, e ha circa un milione e mezzo di abitanti. Sì, il nome è lungo e un po' difficile da pronunciare per noi, ma si può abbreviare con Ouaga... come tutti la chiamano!

Il mio ruolo è quello di logista-amministratore all'interno del "Progetto d'urgenza contro la malnutrizione acuta severa nella Regione del Centro-Ovest" dell'ONG LVIA e finanziato da ECHO, il programma dell'Unione Europea per l'aiuto umanitario.

La regione in cui si svolge il progetto è un'altra ma io sono in capitale perché da qui è più facile raggiungere certe zone di quella regione e per tante cose è più semplice fare qui gli acquisti per il progetto.

Il progetto si è occupato, negli anni precedenti, di formare il personale medico a vari livelli e gli agenti comunitari (dovreste sapere chi sono, ve ne ho parlato anche dal Madagascar!) nell'individuare i segni della malnutrizione nei bimbi nella fascia d'età 0-5 anni per poterli indirizzare alle cure necessarie all'ambulatorio locale o, se più gravi, al centro medico più vicino per il ricovero. Le spese che gli ospedali sostengo per il ricovero di questi bambini sono coperte dal progetto, così come alcuni lavori di ristrutturazione/costruzione per pediatria, pozzi e latrine.

Ora il progetto continua facendo delle supervisioni al lavoro del personale medico per vedere se applica la formazione ricevuta e si continuano a sostenere i costi di ospedalizzazione dei bambini 0-5 anni.

Ogni tre-quattro mesi la Direzione Regionale della Salute (nostra partner nel progetto) organizza delle campagne "porta a porta" per individuare varie malattie o somministrare i vaccini e il nostro obiettivo è far passare il messaggio che in queste occasioni, come in ogni visita fatta nel più sperduto ambulatorio, si deve approfittare e cercare nei bimbi i segni della malnutrizione senza dover organizzare campagne ad hoc solo per questo... non è facile, ma un passo alla volta...

La regione del Centro-Ovest è divisa in 5 distretti sanitari e si prevede di curare poco più di 10.400 bambini negli 11 mesi di durata del progetto.

A me sono affidati quattro centri medici situati in tre di questi distretti, dove mi devo recare ogni mese per raccogliere le fatture relative ai bambini curati e, una volta fatto il controllo, rimborsare il centro medico delle spese che ha sostenuto. Inoltre mi devo occupare, in parte, del lato amministrativo del progetto e se si devono fare acquisti mi informo sui prezzi e, una volta deciso, vado a spendere un po' di soldi!

Quindi non sono a contatto con i bambini, magari capiterà in qualche occasione, ma il mio è come sempre un lavoro abbastanza d'ufficio.

La casa dove abito è a 5 minuti di auto dall'ufficio, quindi molto comoda... ha un bel giardino con veranda e si trova in un quartiere tranquillo. In casa siamo in tre, in realtà al momento ci sono un po' di cambiamenti... una ragazza francese è partita qualche giorno fa ed è in arrivo un altro ragazzo italiano.

A fianco abbiamo una moschea, una delle tante che vedi spuntare un po' ovunque, il Burkina è in maggioranza musulmano ma le diverse religioni convivono bene tra loro. Nelle ore della preghiera anche noi sentiamo l'inizio e la fine della preghiera poiché la moschea ha gli altoparlanti, ma mi sono già abituata a questo sottofondo incomprensibile.

Che dirvi di Ouaga?? La città in sé non ha nulla di particolare e devo ancora imparare a girarci, anche se sto iniziando ad orientarmi un po' con le varie strade... ma è una città molto viva: la sera c'è sempre musica nei locali e anche qui in quartiere i ristorantini lungo la strada sono sempre pieni di gente.

Nel week end si esce sempre per due chiacchiere, una nuotata in piscina, una birretta e un po' di musica con alcuni altri cooperanti, per ora siamo un gruppo di tutti italiani ma ho conosciuto anche alcuni spagnoli e francesi.

Ci sono anche tantissimi ristorantini con cucina tipica degli altri paesi dell'Africa occidentale... un po' alla volta li proverò tutti!

Nei giorni di Pasqua ho fatto un primo giro turistico di 2 giorni verso sud, verso il confine con il Ghana. Sono stata, insieme a Francesca (mia collega e coinquilina), a visitare il villaggio di Tiebelé, dove dipingono le case che altrimenti sono tutte semplicemente color marrone. Qui abbiamo visitato il piccolo ma suggestivo agglomerato di case che formano la corte reale. Le porte d'ingresso delle case sono piccole e per entrarci ci si deve accucciare, così come per passare da una stanza all'altra!

Poi siamo andate nella riserva naturale di Natzinga, dove abbiamo potuto vedere in più occasioni durante la giornata... gli elefanti! Li abbiamo avuti anche a meno di 10 metri da noi... sono davvero enormi! Nello stesso parco abbiamo visto anche tante specie della famiglia delle antilopi, i facoceri, le scimmie e i coccodrilli... cioè dei coccodrilli intravvedevamo solo i movimenti sotto l'acqua dello stagno.

Vi saluto, che tra poco c'è un concerto del festival "Jazz a Ouaga"!

Chiara

corte reale di Tiebelé