Pellegrinaggio lungo la via Francigena
15-16 Settembre 2012

gruppo a San Galgano
Il gruppo all'abbazia di San Galgano

Sabato 15 Settembre, di buon mattino, circa 50 pellegrini della parrocchia sono partiti alla volta della via Francigena. La prima tappa è stato il borgo fortificato di Filattiera, in Lunigiana. In particolare la nostra visita si è incentrata sulla pieve romanica di Santo Stefano di Sorano. La pieve viene citata indirettamente per la prima volta da Sigerico, Arcivescovo di Canterbury, nel suo viaggio verso Roma alla fine del X secolo. Agli inizi del XXI sec è stata rifatta la copertura e sono state ritrovate due statue stele, fra cui quella di un guerriero, reincisa con armamento di tipo celtico nel VII secolo a.C.

pieve di Sorano  stele
Pieve di Sorano e stele del guerriero

Seconda meta è stata Lucca, uno dei principali snodi della via Francigena, "città delle cento chiese". La prima visita è stata la chiesa di S. Frediano, dove abbiamo ammirato il ciclo di affreschi sulla leggenda del Volto Santo e pregato davanti ai resti di S. Zita. Facendoci strada tra le bancarelle di un rumoroso e colorato mercato che occupava tutte le vie del centro, abbiamo attraversato la bella e famosa piazza Anfiteatro e quindi raggiunto il duomo, dedicato a S. Martino. La chiesa era una meta fondamentale dei pellegrinaggi per la presenza del venerato Crocifisso del Volto Santo, databile fra XI e XIII secolo. Raffigura il Cristo in vesti orientali e fu realizzato su un modello più antico che, secondo la tradizione, fu scolpito da Nicodemo.

duomo di Lucca  crocifisso Lucca
Duomo di Lucca e crocifisso del Volto Santo

Inoltrandoci nelle sinuose strade della campagna toscana, abbiamo raggiunto l'abbazia di S. Galgano, tra le più antiche architetture gotico-cistercensi in Italia e tra le più suggestive della campagna toscana, con il possente involucro scoperchiato in mattoni e travertino (1224-1288). Lì vicino l'eremo di Montesiepi, chiesetta circolare fatta costruire da Galgano Guidotti attorno al 1180. Al centro è il masso nel quale la leggenda vuole che il santo abbia confitto la spada, rinunciando alla vita da cavaliere.

San Galgano  spada nella roccia
Abbazia di San Galgano e la spada nella roccia

Per la notte abbiamo trovato accoglienza presso la Casa Ritiri Santa Regina, luogo con stanze spartane ma collocato sulla cima di un colle a pochi km da Siena, con meravigliosa vista sulla città da una parte e sulla vallata dall'altra. Abbiamo approfittato della serata per cenare e fare una passeggiata a Siena, attraversando piazza del Campo e raggiungendo il duomo.

Santa Regina  alba a Siena
Casa Santa Regina e alba su Siena

La domenica, di buon'ora, siamo partiti alla volta dell'abbazia di S. Antimo, chiesa romanica con origini nell'VIII secolo, situata in un luogo incantato, immersa tra ulivi centenari. Il nucleo primitivo dell'abbazia di Sant'Antimo risale al culto delle reliquie di Sant'Antimo di Arezzo, alla cui morte, nel 352, sul luogo del suo martirio venne edificato un piccolo oratorio. Carlo Magno, di ritorno da Roma nel 781, ripercorrendo la via che in seguito verrà chiamata "Francigena", giunse a Sant'Antimo e pose il suo sigillo sulla fondazione del monastero. In questa chiesa la luce, il suono, la pietra vivono in una magica simbiosi. Per la costruzione della chiesa sono state utilizzate pietre di alabastro e travertino provenienti dalle vicine cave di Castelnuovo dell’abate. Domina l'abside la grande statua del Cristo posta dietro l’altare, in legno policromo del XIII secolo.

Sant'Antimo  alabastro
Abbazia di Sant'Antimo

La la comunità dell'abbazia conta attualmente pochi monaci, di diverse nazionalità, perlopiù italiana e francese. La comunità, seppur piccola, è molto attiva e vivace e porta avanti da diversi anni, oltre alla tradizionale vita monastica, un'intensa attività pastorale rivolta soprattutto alle famiglie e ai giovani. Con loro abbiamo partecipato alla Messa, celebrata in lingua latina e cantata in gregoriano. Ci si gusta ogni attimo della celebrazione, scandita da tempi lenti e un forte profumo d'incenso.

Dopo esserci rinfrancati con un lauto pranzo, la nostra meta successiva è stata l'abbazia di Monte Oliveto Maggiore, grande complesso monastico fondato nel 1313, inserito nella regola benedettina. La chiesa posiede un coro ligneo di bellezza straordinaria; il chiostro è adornato da grandiosi cicli di affreschi (in particolare di Sodoma e Luca Signorelli). La nostra guida ci ha fatto godere appieno tutte le bellezze del luogo, e i particolari tratti dai diari dei monaci hanno arricchito il racconto in maniera tale da trasportarci nel tempo.

Monte Oliveto Sodoma
Abbazia di Monte Oliveto Maggiore

Si è fatto tardi e ci apprestiamo a tornare verso casa, con gli occhi pieni degli incantevoli paesaggi toscani, dei colori vivi creati dalla luce del sole che mai ha smesso di brillare. E col cuore pieno dell'entusiasmo che da e per secoli ha indotto tanti cristiani ad edificare opere stupende e durature, capaci di comunicare una fede vera e profonda.

Come sempre, un grande grazie a Roberto per l'ottima scelta delle mete e per le sue impareggiabili spiegazioni. Al prossimo pellegrinaggio!

Galleria fotografica

Clicca qui per leggere il resoconto di viaggio scritto (su un blog privato) da Cristina, una delle partecipanti.

Clicca qui per vedere un montaggio di piccoli filmati girati da Fedele durante il viaggio.